"Valle sgomberato od occupiamo pure noi"

Sylos Labini (Forza Italia): "Marino ha favorito l'illegalità, si dimetta"

"Valle sgomberato od occupiamo pure noi"

Fesso chi paga. L'affitto, le tasse, i contributi. Fesso anche chi rispetta regole, leggi e normative. Vuoi qualcosa? Vai e prenditelo. Problemi? Figurarsi. Anzi, alla fine magari ricevi un riconoscimento e un premio da quelle istituzioni beffate, derise, scavalcate e alla fine complici.

Lo dimostra quanto successo a Roma con il Teatro Valle. Come fare per gestirlo? Occupalo! Da più di tre anni lo sta facendo un non meglio precisato collettivo di «artisti» che ha preso possesso del teatro con la connivenza dell'amministrazione comunale. Perché oltre a qualche flebile mugugno e a tante, finte minacce, dal Campidoglio non è arrivata nessuna iniziativa concreta per riprendere possesso del Valle. E addirittura negli ultimi giorni una vicenda già grottesca ha assunto caratteri tragicomici. L'amministrazione deve ristrutturare il teatro quindi chiede cortesemente agli occupanti di farsi da parte entro il 31 luglio per procedere ai lavori. Cortesemente, perché ai poveri occupanti non si impone nulla. Non solo. Perché l'abbandono non sia traumatico (risaputa è la sensibilità degli artisti) il Comune offre al «kollettivo» un accordo, ricco e assai conveniente: nuovi spazi (presumibilmente un altro teatro nella capitale) e la garanzia che nel nuovo e rinnovato Valle loro potranno avere voce in capitolo sull'organizzazione, la gestione e addirittura sulla programmazione. In pratica, una calata di braghe in piena regola.

«Un successo straordinario» lo ha definito l'assessore alla cultura Giovanna Marinelli che, insieme al Comune, ha dovuto incassare anche l'ultima beffa. Gli occupanti infatti hanno deciso (come comunicato in una conferenza stampa organizzata alla Camera dei deputati grazie all'amicizia e alla collaborazione di Sel) di lasciare sì il teatro, ma soltanto il 10 di agosto. Il tempo utile per mettere nero su bianco questa splendida convenzione. Altri 10 giorni, da totali impuniti.

«Questa occupazione è uno scandalo e ancora più scandaloso è che si facciano accordi con gli occupanti», attacca Edoardo Sylos Labini, responsabile Cultura di Forza Italia. «A questo punto invitiamo ufficialmente i gestori di teatro a mettere un cartello con scritto “okkupato” e a non pagare più Siae, Iva, Enpals e contributi», provoca Sylos Labini che lancia un siluro al sindaco Marino. «Deve dimettersi, ha legalizzato l'occupazione utilizzando un doppiopesismo che non si è mai visto. Altrimenti occuperemo il Teatro di Roma, visto che l'unico modo per ottenere qualcosa è essere prepotenti. Non è una protesta di parte, artisti e operatori della cultura sono scandalizzati da questo trattamento di favore».

Sylos Labini, che ha in questa battaglia ha incassato l'appoggio di molte personalità della cultura e della politica tra cui Maurizio Gasparri («Marino sta riducendo Roma nella capitale dell'illegalità, del disordine e dell'incuria») rivolge un appello al ministro della Cultura Dario Franceschini.

«Se davvero, come ha detto, anche lui è contrario a questo scandalo deve intervenire e sgomberare immediatamente il Valle. Siamo stanchi di questo ricatto mafioso da parte di chi, solo a parole, fa della legalità e della giustizia sociale la propria bandiera».

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