Coronavirus

"La variante inglese in circolo da mesi". Il governo non muta e ha perso tempo

L'Italia accusa Londra: nuovo ceppo nascosto. Ma già a fine settembre si sapeva della sua esistenza e a inizio dicembre che era pericoloso. La catena di ritardi, dalle comunicazioni allo stop dei voli

"La variante inglese in circolo da mesi". Il governo non muta e ha perso tempo

Che il virus avesse subito una mutazione si sapeva già da quasi tre mesi. La conferma arriva dalle parole del direttore aggiunto dell'Oms, Ranieri Guerra, che lo scorso 29 settembre alla trasmissione Di Martedì, dichiarò: «C'è una mutazione che sembra rendere il virus più contagioso, non ci sono state mutazioni nella sua letalità. Più contagioso e altrettanto grave? Sembrerebbe di sì». Ed è da quel punto che partono tutta una serie di ritardi che, probabilmente, ci hanno portato dritti in casa migliaia di casi arrivati dalla Gran Bretagna. Perché non si è agito subito?

LA COLPA AGLI ALTRI

Il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, in un'intervista rilasciata al Messaggero, ha spiegato: «Gli inglesi sapevano già da settembre che era in circolazione questa variante. Hanno taciuto, non ci hanno avvertito. Ora serve il lockdown. O comunque misure molto severe». Ma come è possibile che un membro della comunità scientifica non sappia quelle che sono almeno le voci che circolano? Anche perché i giornali inglesi da oltre due mesi parlavano della mutazione ed era quindi responsabilità della sanità italiana informarsi. A settembre, oltretutto, uno studio preliminare condotto nel Kent aveva già sintetizzato il nuovo ceppo, poi chiamato B117.

RITARDI NELLE COMUNICAZIONI

La comunicazione al nostro Paese la Gran Bretagna l'ha data a inizio dicembre. Perché il governo non ha chiuso subito i voli? Basta un rapido calcolo per capire che in 20 giorni sono arrivati da Londra e dintorni almeno 40mila passeggeri. Il 10% di questi potrebbe avere potenzialmente il Covid e, quindi, essere un untore. Peraltro, da due giorni, ovvero dall'identificazione del primo caso «mutato» si è di nuovo nel caos e le voci che si rincorrono sono di un possibile nuovo lockdown totale.

OSPEDALI MILITARI

Un dubbio che sorge arriva in seguito alla conferma che in Italia a occuparsi della mutazione sia l'ospedale militare del Celio. Ma anche in Gran Bretagna e Olanda sono i medici della sanità delle Forze armate ad essersi assunti il carico della nuova variante del virus. Che c'è dietro? Fonti vicine alla Difesa assicurano che sia solo per l'eccellenza in campo sia dal punto di vista del personale che delle strumentazioni, ma anche perché il Celio è centro di emergenza nazionale. È lì che è ricoverata la donna definita erroneamente nuovo «paziente uno» del virus mutato. La signora è solo il primo caso individuato. La certezza è che ne circolino molti di più.

UNO SBAGLIO DOPO L'ALTRO

Possibile che nessuno al ministero della Salute abbia avvertito il ministero degli Esteri che era il caso di chiudere i voli dai Paesi a rischio già giorni fa? D'altronde, l'Olanda lo ha fatto sabato. L'Italia solo l'altro ieri, come fanalino di coda. I voli da Olanda e dalla Danimarca, dove ci sono altri focolai, sono ancora attivi.

I TENTATIVI DI SDRAMMATIZZARE

Ieri il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, si è congratulato con il governo per aver chiuso i voli dalla Gran Bretagna «in modo straordinariamente tempestivo». In realtà, solo dopo la decisione di Boris Johnson di un nuovo lockdown totale a causa della ripresa del virus anche Di Maio e Speranza si sono dati una mossa.

D'altronde, già a ottobre l'European Centre for Disease Prevention and control aveva comunicato una forte impennata dei casi in Inghilterra dopo le riaperture.

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