Coronavirus

"Variante inglese presto dominante". L'allerta focolai ora è tra i bambini

Il 20% dei contagi per il nuovo ceppo, in Italia sarà prevalente in 5-6 settimane. Moratti: in Lombardia mutazioni al 30%. La paura che sfuggano alle cure. Rezza: "Presto con i vaccini". Milano, chiuso un asilo

"Variante inglese presto dominante". L'allerta focolai ora è tra i bambini

È più veloce nel diffondersi e si trasmette specialmente tra i giovani e i bambini. E preoccupa molto gli esperti. La variante inglese circola diffusamente in Italia: quasi un caso su cinque va ricondotto a questa mutazione riscontrata per la prima volta in Kent in Gran Bretagna. La conferma ufficiale è arrivata ieri con lo studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute in collaborazione con i laboratori regionali, che hanno sequenziato il genoma per individuare appunto l'eventuale presenza di varianti e in quale percentuale. Quella inglese è oramai presente in alcuni territori in Italia nel 50 per cento dei casi e si avvia a diventare il ceppo dominante nel giro di 5 o 6 settimane. In Lombardia la presenza delle varianti è al 30 per cento e secondo l'assessore al Welfare e vicepresidente della regione, Letizia Moratti, salirà all'80 per cento in poco tempo.

«In questa fase epidemica ci preoccupa la diffusione sul territorio delle varianti», avverte il direttore del Dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. Soprattutto perchè potrebbero compromettere l'efficacia della profilassi. Attualmente ne sono già state registrate tre: l'inglese, la brasiliana e la sudafricana. E se la prima è la più diffusa le altre due preoccupano perché, avverte lo scienziato «sembra possano ridurre l'efficacia vaccini». La circolazione della variante inglese, nel nostro Paese al 17,8, è ancora inferiore ad esempio alla Francia dove la prevalenza è del 20-25 per cento e alla Germania dove è salita al 30. É altamente probabile però che diventi la variante prevalente in tutti i territori.

I laboratori regionali hanno sequenziato il genoma secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 8 febbraio. I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione.

La prevalenza, differenziata a seconda dei territori, dipende ovviamente dal momento in cui la variante ha iniziato a circolare ma ci si aspetta «che tali differenze vadano ad appiattirsi nel corso del tempo». Rezza conferma che a causa «della sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale» la variante inglese tende a diventare predominante ma per fortuna «le vaccinazioni restano comunque efficaci anche contro il virus mutato».

Dunque le armi per combattere anche questa mutazione restano le stesse: comportamenti prudenti e soprattutto immediato isolamento dei focolai. Il monitoraggio sulle varianti verrà ripetuto anche perché il virus muta e sono circa 130 quelle già individuate. Per ora le mutazioni non sono tali da inficiare quanto sappiamo già sul virus ma, avverte Rezza, la vigilanza deve restare alta per individuare quelle che potrebbero peggiorare la situazione in termini di trasmissibilità, sintomatologia o sensibilità nei confronti di vaccini e anticorpi. La vaccinazione di massa che frena la circolazione arginando la diffusione del virus frena anche le varianti.

E non c'è dubbio che in questi ultimi giorni si stia alzando l'allarme sulle scuole e l'ipotesi che questa variante si diffonda velocemente tra i più giovani si fa sempre più concreta. Rassicura Alberto Villani, membro del Cts e presidente della Società italiana di pediatria. «I contagi di variante inglese tra i bambini e adolescenti sono aumentati ma solo perché questa forma è più diffusiva. Non sono i bimbi il bersaglio» osserva Villani. Purtroppo però:«È chiaro che con l'aumento dei contagi, cresce anche il rischio di avere il caso grave, e quindi va combattuta», aggiunge Villani.

E a Milano dopo la chiusura delle scuole a Bollate e Ospiate ieri è è stato individuato un altro focolaio in una scuola materna e nido d'infanzia in zona Barona, che accoglie 150 bambini: otto le educatrici trovate positive.

Da verificare ancora se anche in questo caso ci si trovi di fronte alla variante inglese.

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