"Varianti come clave politiche. Ma bastano le chiusure mirate"

Il direttore dello Spallanzani: "Un no netto ai lockdown. Recuperare spazi di libertà e cercare vaccini sul mercato"

"Varianti come clave politiche. Ma bastano le chiusure mirate"

Liberare i brevetti. Acquistare i vaccini senza limitazioni sul mercato internazionale. Lockdown circoscritti. E soprattutto no all'utilizzo di varianti come clave per terrorizzare cittadini. Il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, afferma le stesse cose dall'inizio della pandemia non ha cambiato idea né sulla gravità del coronavirus né sulla necessità di rassicurare la popolazione. Rispetto delle regole, cautela ma anche comprensione per lo stato d'animo delle persone.

Professor Vaia è necessario un lockdown totale come quello imposto lo scorso marzo?

«No, sono sempre stato contrario e lo ribadisco. Sì ad azioni chirurgiche circoscritte, interventi come quello scattato ad esempio in Umbria».

Quindi ritiene valido l'attuale sistema dei colori?

«Sì, inutile introdurre norme ancora più stringenti, basta il cambio di colore dove necessario. Indispensabile invece far rispettare le norme vigenti. Dico ai cittadini che questa libertà ce la dobbiamo guadagnare: non voglio più vedere assembramenti. Sì ai ristoranti aperti ma non facciamo i furbi. No ai tavoli affollati e che tutti indossino correttamente la mascherina. Dobbiamo essere più intelligenti del coronavirus».

Sars Cov2 infatti muta e i contagi ripartono a causa delle varianti.

«Certamente: noi troviamo nuove armi e il virus si adegua per superare le nostre difese. A settembre qui nel Lazio avevamo già affrontato la variante spagnola che circolava di più tra i giovani. Per la variante inglese nel Lazio sono stati identificati per ora soltanto 39 casi. Non dobbiamo per questo sottovalutare il rischio ma fare grande attenzione soprattutto tra i giovani perché sono loro con una vita più attiva che da asintomatici portano in giro il virus. Dobbiamo sempre evitare che infettino i più fragili».

Ieri mattina sulla sua pagina Facebook ha scritto il suo «no netto e chiaro all'utilizzo delle varianti come clava politica. La scienza sia sempre libera da interessi economici e politici.

«Affermazione che confermo. Non significa che io sottovaluti il rischio varianti che non devono trovarci indeboliti. Non dobbiamo rincorrerle ma affrontarle con le armi giuste che non sono lockdown totali e generalizzati ma i vaccini e le terapie innovative come gli anticorpi monoclonali. Non ha senso chiudere e riaprire con le stesse condizioni. Puntiamo alla vaccinazione di massa».

Ha lanciato un appello in questo senso al governo Draghi.

«Si affinché si superino tutte le barriere sia quelle legate ai brevetti per i vaccini sia quelle geopolitiche. Se un vaccino funziona non mi interessa chi lo produce, anche se fosse Belzebù. Acquistiamolo da Belzebù se è sicuro ed efficace. Superiamo i limiti».

L'uso di Astrazeneca deve essere limitato agli under 55?

«In quella fascia d'età è dimostrata un'efficacia alta, superiore all'80 per cento dopo la seconda dose.

Ho valutato anche le ultime indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che lo raccomanda per gli over 65. Ma condivido la cautela dell'Aifa: vacciniamo tutto il personale scolastico under 55 e gli studenti. Così si potrebbe immaginare anche una Maturità in presenza».

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