Coronavirus

Le varianti non fanno più paura: sieri mRna efficaci

Pfizer copre al 100% la sudafricana, bene Moderna per la brasiliana. Mosca: Sputnik monodose

Le varianti non fanno più paura: sieri mRna efficaci

L'incubo varianti volge ormai al termine. Metteranno pure l'acceleratore al virus, lo renderanno pure più pericoloso. Ma sono battibili.

I vaccini le possono tenere sotto controllo, anche nelle forte letali. Due dosi del vaccino Pfizer forniscono una protezione di oltre il 95%. È quanto emerge dalla prima valutazione dell'efficacia delle fiale realizzata in Israele (il Paese più avanti fra tutti con le vaccinazioni) e pubblicata sul Lancet. L'analisi mostra «i benefici per la salute pubblica» di un programma di vaccinazione nazionale che in Israele è risultato essere «il fattore chiave del declino delle infezioni». Sebbene i risultati siano incoraggianti, gli autori sottolineano che rimangono una serie di sfide aperte per il controllo della pandemia. La prima è che la durata dell'immunità al Covid rimane «al momento sconosciuta», e poi c'è il rischio «che in futuro emergano nuove varianti resistenti ai vaccini». Dai primi dati emerge anche che una singola dose del vaccino sia stata associata a una protezione del 58% contro le infezioni, del 76% contro il ricovero in ospedale e del 77% contro il rischio di morte, e questo - evidenziano gli esperti - sottolinea l'importanza di vaccinare completamente gli adulti. «Essendo il Paese con la più alta percentuale di popolazione vaccinata contro Covid, Israele offre un'opportunità unica per determinare nel mondo reale l'efficacia del vaccino e osservare gli effetti più ampi del programma di vaccinazione sulla salute pubblica» osserva l'autrice principale dell'analisi, Sharon Alroy-Preis, del ministero della Salute israeliano.

Perchè è una buona notizia che Pfizer sia efficace contro le varianti scoperte finora? «La variante Sudafricana e la variante Brasiliana aumentano il fattore di diffusione e resistono agli anticorpi - spiega il presidente di Aifa, Giorgio Palù - La variante Sudafricana è la più preoccupante perchè si diffonde di più, da 3 a 5 volte rispetto alle altre, ma i vaccini funzionano. La variante indiana è la somma di due varianti che si sono diffuse. Non ci sono ancora evidenze scientifiche che confermino che questa variante sia più virulente e letale - ha sottolineato-. La variante Inglese è oggi la dominate, nel nostro Paese è al di sopra del 91% dei casi, mentre la Sudafricana è in calo e per la Nigeriana ci sono soli pochi casi». Sapere di avere un'arma valida a disposizione cambia lo scenario dei prossimi mesi e soprattutto fa ritrovare quella fiducia nelle vaccinazioni persa per mille altre ragioni. Incoraggiante anche lo studio di Moderna. Una singola dose di richiamo del vaccino aumenta gli anticorpi contro le varianti sudafricana e brasiliana. L'azienda sta testando una dose di richiamo in individui già vaccinati. «Mentre cerchiamo di sconfiggere la pandemia in corso, rimaniamo impegnati a seguire l'evoluzione del virus» spiega Stéphane Bancel, alla guida di Moderna.

A dare una svolta alla campagna vaccinale, potrebbe arrivare anche lo Sputnik in versione light monodose, già registrato in Russia ma sui cui non ci sono ancora dati trasparenti per quanto riguarda l'efficacia.

Nei prossimi mesi potremmo avere anche il vaccino senza iniezione. Lo sta mettendo a punto la società biotech Nextbiomics assieme all'università degli studi di Napoli Federico II. Già depositato il brevetto.

Il vaccino si differenzia da tutti gli altri perchè non necessita di iniezione, non utilizza un vettore virale come l'adenovirus e sfrutta la capacità del probiotico escherichia coli per modulare la risposta immunitaria a livello intestinale.

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