Roma - «Marino ha paralizzato Roma»: il titolo in prima pagina dell' Avvenire dà il buongiorno all'ormai ex sindaco della Capitale. E il quotidiano dei vescovi italiani non si riferisce solamente alla decisione del chirurgo di tornare sui suoi passi, quanto alla paralisi che Marino ha innescato nella Capitale a poco più di un mese dall'inizio del Giubileo della Misericordia. I fondi per l'Anno Santo, infatti, non sono stati sbloccati e l'impasse sarebbe legata proprio alla decisione del Marziano di «trascinarsi» ancora per giorni alla guida della città.
C'è preoccupazione nei Sacri Palazzi e negli ambienti della Diocesi romana per il ritardo sullo sblocco-fondi per il Giubileo. Il governo non ha ancora «liberato» gli oltre 500 milioni annunciati per i lavori legati al grande evento. Nessun accenno all'interno della legge di Stabilità, né alcuna legge ad hoc come assicurato dal governo Renzi. Tutto fermo. Così, a 40 giorni dall'apertura ufficiale della Porta Santa a San Pietro, l'8 dicembre, non ci sono fondi stanziati per ripulire Roma dai rifiuti, sistemare le strade e incrementare i mezzi di trasporto in vista dell'arrivo di milioni e milioni di pellegrini.
Il Papa aveva intravisto nell'Anno Santo un'occasione non solo di riscoperta spirituale ma anche, probabilmente, una sfida per la Capitale per risollevarsi e risvegliarsi agli occhi del mondo, oltre che un'opportunità per ripartire economicamente. Occasione che Roma, almeno fino a questo momento, non è riuscita a sfruttare. Marino, con i problemi interni al Pd e con Renzi che da tempo voleva scaricarlo, non ha di certo contribuito a sfruttare l'indizione dell'Anno Santo per far uscire la città dal torpore.
Al di là del Tevere, d'altronde, è montata da tempo l'ansia per un Giubileo che, pur sobrio come vuole Papa Francesco, si avvicina velocemente senza che la città sembri minimamente pronta. E c'è chi, anche nei Sacri Palazzi, ha l'impressione che fintantoché Marino restava al Campidoglio, il premier Renzi non avrebbe «messo la faccia» e sbloccato i fondi sull'Anno Santo. Ne è una prova che, pochi giorni dopo l'annuncio delle dimissioni di Marino - l' Osservatore Romano commentò «L'unica certezza sono le macerie» - il premier si è subito detto «pronto per il Giubileo», come ha rivelato Radio Vaticana.
Una preoccupazione diffusa, dai Sacri Palazzi fino alla Cei. Il cardinale Angelo Bagnasco ha sottolineato: «Il Giubileo è alle porte» e Roma «ha bisogno di una amministrazione, della guida che merita, perché è una città che merita moltissimo, specialmente in vista del Giubileo». Rincara la dose l' Osservatore Romano , che bolla l'uscita di scena di Marino come una «farsa». «Aldilà di ogni altra valutazione - si legge - resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende».
Ora per la Capitale si apre una nuova fase, quella del commissariamento. Un periodo che dovrà traghettare l'Urbe fino alle elezioni, con in mezzo l'Anno Santo. E c'è chi è convinto che, con l'uscita di scena di Marino, i fondi si sbloccheranno e sarà tutto più facile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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