Cronache

Del Vecchio, ville alla moglie e 340 milioni ai suoi manager

Proprietà, arredi e oggetti d'arte: il fondatore di Luxottica "premia" anche i suoi stretti collaboratori

Del Vecchio, ville alla moglie e 340 milioni ai suoi manager

Le ultime volontà di Leonardo Del Vecchio il fondatore di Luxottica morto il 27 giugno a 87 anni sono state indirizzate anche ai due principali manager del gruppo: Francesco Milleri, presidente e ceo di EssilorLuxottica e presidente di Delfin, la cassaforte lussemburghese, e Romolo Bardin, ceo della stessa holding. Lo si è saputo ieri all'apertura del testamento olografo, cioè scritto di suo pugno da Del Vecchio, che è andato a integrare il testamento pubblico steso dal notaio Mario Notari dello studio milanese ZNR Notai, che era stato aperto il primo luglio e i cui contenuti erano già stati resi noti. L'atto aperto ieri assegna dunque 2.148.148 azioni di Essilux a Milleri, il braccio destro di Del Vecchio, per un valore attuale di circa 340 milioni, mentre a Bardin vanno 22mila azioni Essilux, pari a 3,5 milioni di euro.

Il fondatore di Luxottica - secondo uomo più ricco in Italia, con circa 30 miliardi di patrimonio, 52mo nel mondo - ha dunque voluto concretizzare la riconoscenza verso i due manager per il ruolo avuto al suo fianco nelle partite degli ultimi anni, dalla realizzazione del sogno di fondere i due più grandi produttori di lenti e di montature, dando vita a Essilux, fino alla recente acquisizione dell'olandese GrandVision. Nel generoso lascito viene implicitamente espressa la volontà di legare Milleri e Bardin al futuro dell'azienda che Del Vecchio ha creato dal nulla e fatto crescere in oltre 60 anni. A Milleri già nel 2017 - secondo quanto emerge dalle carte visionate ieri dall'Ansa - Del Vecchio aveva deciso di lasciare la sua quota nella società Acqua Mundi Srl, costituita nel 2016 proprio col manager per avviare un progetto di riqualificazione e rilancio del parco delle Terme di Fontecchio a Città di Castello (PG), città natale di Milleri. Le ultime volontà di Del Vecchio sono espresse in un testamento pubblico e in tre olografi.

Nel testamento pubblico già noto, il capitale di Delfin veniva suddiviso in otto parti uguali: una ciascuna per i sei figli nati nei tre matrimoni, una alla moglie Nicoletta Zampillo e una al figlio di questa nato da un altro matrimonio. Il testamento olografo aperto ieri ha inoltre destinato a Nicoletta Zampillo alcune proprietà immobiliari: i grandi appartamenti a Roma e a Milano, la villa La Leonina di Beaulieu Sur-Mer, vicino a Nizza, in Costa Azzurra la residenza più amata da Del Vecchio e la casa di Antigua, nelle Piccole Antille. Quest'ultima è intestata a una società, la Frangipani Limited, della quale altro socio è la moglie. Proprio alla Zampillo il testamento assegna poi «il diritto ad ottenere, direttamente o indirettamente, con oneri e spese a carico dell'eredità, la proprietà della palazzina in Roma, Lungotevere Marzio n. 14 e via Monte Brianzo n. 16, attualmente di proprietà della società Partimmo s.r.l., interamente partecipata da Delfin, con l'onere di consentire a mia figlia Marisa, vita natural durante, l'utilizzo a titolo gratuito dell'appartamento che attualmente ella occupa in detta palazzina».

Tra i beni lasciati in eredità alla moglie c'è anche «il diritto ad ottenere, direttamente o indirettamente, con oneri e spese a carico dell'eredità, la proprietà della Villa La Leonina in Beaulieu-Sur-Mer, attualmente di proprietà della società Partimmo s.r.l.

, interamente partecipata da Delfin»; inoltre «gli arredi, gli oggetti d'arte e i beni mobili in genere, che siano contenuti nella nostra casa coniugale, in Milano, Piazza San Fedele, nonché nella Casa di Beaulieu, nella Casa di Antigua e, limitatamente alla parte da noi utilizzata, nella Casa di Roma».

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