Se il ministro dell'Interno fa confezionare veline per screditare un avversario politico vuole dire che non siamo messi benissimo. Il depistaggio messo in atto dagli uomini di Angelino Alfano sull'incontro tra Silvio Berlusconi e Angela Merkel al vertice madrileno del Partito popolare europeo è più patetico che pericoloso. Semmai è una conferma del valore dell'uomo senza quid che si auto-insediò, non a caso, al Viminale all'epoca del governo Letta forte del fatto di essere allora segretario di Forza Italia.
Se tanto mi dà tanto, chissà quante balle ha fatto e fa filtrare da quella delicata centrale dell'informazione che è il ministero dell'Interno, luogo dove verità, segreti e veleni si intrecciano per definizione e tradizione prima di essere centellinati secondo calcoli politici. Fu un'anomalia mettere in un posto di tanto potere il segretario di un partito, ma in quell'aprile del 2013 nessuno ci fece caso più di tanto. Pochi sapevano che era l'anticipo del prezzo che il Pd doveva pagare al tradimento che avrebbe portato di lì a poco alla scissione di Forza Italia e all'uscita di scena parlamentare di Silvio Berlusconi.
Storia passata. Quello che ci interessa è il presente. E al di là del ridicolo episodio sul vertice Merkel-Berlusconi non può lasciarci tranquilli per il futuro prossimo il fatto che il ministero dell'Interno con il suo carico di segreti e potere sia nelle mani di un uomo politicamente disperato e quindi pronto a tutto pur di salvarsi.
Il suo micro partito - il Nuovo centrodestra - è in via di liquidazione, lui rischia di fare la fine di Gianfranco Fini: ai giardinetti pubblici a far passeggiare il cane. Chi ci assicura che informazioni delicate e sensibili non vengano usate, o nascoste, per tentare di modificare il corso delle cose o per ottenere salvacondotti?
Già è strano che Matteo Renzi abbia tenuto in quel posto un uomo, Alfano appunto, del quale non ha alcuna stima e fiducia come dichiarato anche pubblicamente in tempi non sospetti.
Si va verso una stagione elettorale decisiva, con test amministrativi (Milano, Bologna, Torino, Napoli e Roma, Marino permettendo) che valgono come un turno di politiche. Già la magistratura ci ha messo sopra gli occhi, che almeno il ministero dell'Interno resti neutrale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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