Verdini entra in maggioranza ma Mattarella fa finta di nulla

Smentita e poi ammessa a denti stretti la presenza del senatore Falanga di Ala al vertice sulla prescrizione. Il Quirinale però insiste a non convocare Renzi

V erdini è nella maggioranza o non è nella maggioranza? È possibile che sia nella maggioranza «all'insaputa» del Pd e degli altri alleati? E che anche al Quirinale non se ne siano accorti?

L'ultimo capitolo dell'appassionante intreccio del governo di Matteo Renzi somiglia a una novella di Luigi Pirandello. Uno, nessuno e centomila è Denis Verdini che dopo aver partecipato per la prima volta ad un vertice con il Pd alla Camera la scorsa settimana ha dichiarato di non essere né dentro né fuori dalla maggioranza ma «in paradiso». Ma se l'abile Verdini se l'era cavata con una battuta, la partecipazione del senatore Ala, Ciro Falanga, al vertice sulla riforma della prescrizione che si è svolto ieri al ministero della Giustizia, presente il Guardasigilli Andrea Orlando, si è trasformata prima in un giallo e poi in una farsa. La partecipazione è stata smentita, poi parzialmente confermata e infine ammessa davanti all'evidenza ma sempre con riserva. Insomma sia il Pd sia lo stesso Verdini preferiscono mostrare di tenere le distanze: nessun appoggio incondizionato al governo ma un sostegno esterno sui provvedimenti condivisibili, come ad esempio è accaduto per la prima volta con il voto di fiducia al Senato per le unioni civili lo scorso febbraio. Le ragioni sono evidenti. Da un lato si cerca di tenere a bada l'irritazione (termine eufemistico) di una bella fetta del Pd che mal sopporta l'ingresso degli ex berlusconiani in maggioranza.

Dall'altro invece si vuole mettere a tacere chi recrimina sulla nascita di una nuova maggioranza come i grillini, che invocano anche un segnale dal Colle su quello che di fatto segna un cambiamento negli equilibri del Parlamento. Roberto Fico, del direttorio M5S, accusa «la maggioranza di governo è ufficialmente cambiata con l'ingresso di Verdini: è un Parlamento di trasformisti senza alcun tipo di vergogna». Ecco perché ieri sulla riunione di Via Arenula si sono susseguite una serie di fantasiose ricostruzioni che vedevano il senatore Falanga presente, poi assente, poi presente ma fuori dalla porta fino all'ammissione della partecipazione piena. Poco dopo la diffusione della notizia che Falanga era in via Arenula la sua presenza è stata smentita da un altro senatore Ala, Lucio Barani: «Era con me e Verdini. Abbiamo fatto colazione insieme». Anche la versione del presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, accreditava una versione con Falanga assente. Al termine della riunione spiegava Zanda «abbiamo informato il senatore Falanga degli orientamenti emersi». Peccato però che poi tutto questo fantasioso castello sia crollato davanti alla dichiarazione dell'altro senatore Pd, Felice Casson. Dopo il vertice di maggioranza infatti si è riunita la commissione Giustizia per votare il testo base di riforma della prescrizione, presentato dai relatori Casson e Giuseppe Cucca. Al termine della votazione uscendo dalla commissione Casson ha «rivelato» che Falanga era seduto accanto a lui durante la famigerata riunione in via Arenula. A quel punto Falanga ha detto di non aver mai negato di aver partecipato al vertice dove, ha precisato, «ho dato un mio contributo». Ha poi aggiunto di non aver votato la riforma della prescrizione in commissione perché «il testo non piace». Hanno votato a favore Pd, Ap-Ncd, e Psi. Astenuti M5S e Gruppo misto. Forza Italia e Lega son usciti dalla Commissione per protesta.

Sarà

difficile comunque pretendere che quella tra Renzi e Verdini sia soltanto una collaborazione sporadica in vista delle amministrative con i verdiniani che sostengono i candidati Pd a Grosseto, Milano, Roma, Cosenza e Napoli.

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