Cronache

"Verità nascosta nella videochiamata"

Michela, 35 anni, al settimanale «Giallo»: «Innocent, un ragazzo dolce»

"Verità nascosta nella videochiamata"

«Innocent», il nome più sbagliato che possa avere un uomo accusato di aver massacrato una povera ragazza. Ma Innocent Oseghale - quel maledetto giorno, in quella maledetta casa - non era solo. A uccidere e a spezzettare il cadavere delle 18 romana probabilmente sono stati in tre. «Non era da solo nel suo appartamento di via Spalato il giorno in cui è stata uccisa Pamela Mastropietro. Con lui, c'erano altre due persone», lo sostiene la fidanzata di Innocent Oseghale in una intervista rilasciata alla rivista Giallo: «Li ho visti con i miei occhi. Sono sicura di non sbagliarmi. Di uno, ho sentito soltanto il soprannome. Lo chiamavano Isha Boy o anche Lucky 10. Quel giorno io e Innocent ci siamo sentiti più volte al telefono. Ed è stata proprio in quella occasione che ho scoperto che Innocent non era in casa da solo, ma con almeno altri due connazionali. Non li conosco di persona, ma posso descriverveli», ha dichiarato Michela P., 35 anni, fidanzata di Oseghale e mamma della loro bambina di 11 mesi.

Le sue parole hanno permesso ai carabinieri di individuare e arrestare i presunti complici di Innocent, 29 anni: Desmond Lucky, 22 anni, e Awelima Lucky, 27, entrambi nigeriani.

La videochiamata tra Michela e il fidanzato è avvenuta il giorno dell'uccisione di Pamela. Michela ha visto con i suoi occhi i volti dei due nigeriani che erano con Innocent. Fornisce subito tutti i dettagli ai carabinieri. Michela viene sentita come persona informata sui fatti, come testimone. Ed è durante la sua drammatica deposizione che racconta tutti i dettagli della videochiamata: dice di non aver notato nulla di strano nei volti del compagno e dei suoi amici. Non le sembravano sconvolti, né tantomeno preoccupati.

Eppure, secondo l'accusa, pochi minuti prima avrebbero ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro. Pamela, 18enne originaria di Roma, era fuggita pochi giorni prima da una comunità di recupero, dove era in cura per problemi di psichiatrici e di dipendenza dalla droga. Il suo cadavere è stato poi trovato all'interno di due valigie in una scarpata lungo una strada.

Si tratta di uno dei casi di cronaca più sconvolgenti degli ultimi anni.

La videochiamata tra Michela e il fidanzato è avvenuta il giorno dell'orribile delitto di Pamela. Una svolta che ha consento a Michele di vedere ciò che forse non doveva vedere.

Ma come si sono conosciuti Michela e Innocent? Michela ha detto: «Ero su una panchina nel centro di Macerata. Stavo bevendo una birra da sola, quando si è avvicinato. Mi ha chiesto come mi chiamavo, poi mi ha detto: Perché bevi da sola? Ti dispiace se bevo qui con te?. Sono rimasta colpita dalla sua gentilezza. È stato molto carino e in poco tempo mi sono innamorata di lui». Da quel giorno non si sono più lasciati.

Lo scorso luglio Innocent è stato coinvolto in una operazione antidroga e così, quando è nata sua figlia, sono intervenuti i servizi sociali per allontanarlo dalla neonata. Neppure Michela è stata ritenuta idonea a svolgere il ruolo di madre,

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