La verità sul processo a Becciu è nei verbali. Così è stato imbeccato il superteste Perlasca

Sette anni e tre mesi di reclusione all'ex sostituto della Segreteria di Stato monsignor Giovanni Angelo Becciu per aver eseguito gli ordini

La verità sul processo a Becciu è nei verbali. Così è stato imbeccato il superteste Perlasca
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Sette anni e tre mesi di reclusione all'ex sostituto della Segreteria di Stato monsignor Giovanni Angelo Becciu per aver eseguito gli ordini. Presumibilmente entro fine anno sapremo se il presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone darà ragione al Promotore di giustizia vaticana Alessandro Diddi o se il sedicente «processo del secolo» sui fondi della Segreterie di Stato si sgonfierà definitivamente. Presto parleranno le parti civili: staranno con lui o contro? Vedremo.

Dai verbali delle 67 udienze è emersa l'assoluta innocenza del cardinale, sia per la compravendita dell'ex magazzino di Harrod's a Londra, sia per la cattiva gestione di una parte dei soldi destinati alla liberazione di una suora. Becciu ha fatto sottoscritto decisioni prese da altri, portate avanti senza dinieghi dal Vaticano e senza conseguenze per i successori. La colonna portante dell'accusa era il famoso memoriale del grande accusatore di Becciu, monsignor Alberto Perlasca, che si è scoperto essere stato «suggerito» dall'amica di famiglia Genoveffa Ciferri e da Francesca Chaouqui, l'ex consigliera di Papa Francesco finita alla sbarra (e graziata) per il caso Vatileaks.

Basta leggere i tanti balbettii di Perlasca dalle trascrizioni del controesame, come nell'udienza del 25 e del 30 novembre 2022. Solo sei dei 126 messaggi tra le due donne, inviati a Diddi dopo il controesame di Perlasca, è stata risparmiata dagli omissis. Perché? Nel suo primo interrogatorio 29 aprile 2020 si capisce che pressione aveva subito dall'Ufficio del Promotore, tra minacce di sequestri e revoca della cittadinanza vaticana.

Un altro capitolo lo meritano i contributi erogati alla Diocesi di Ozieri per la cooperativa Spes che distribuisce il pane e che da lavoro a sessanta persone in un contesto di importante disagio economico e occupazionale, di cui si è dimostrato l'utilizzo solo per finalità di natura solidale e caritatevole (100mila euro sono ancora sul conto della Caritas). Durante le indagini a carico di Antonino Becciu (fratello del cardinale) nel territorio dello Stato italiano, è intervenuta la Gendarmeria vaticana. A quale titolo? Lo Stato ha autorizzato i Gendarmi a prendere parte alle procedure di perquisizione eseguite a Ozieri? Non ci risulta.

Il fratello di Becciu è stato citato senza il rispetto delle procedure rogatoriali, un prete è stato sanzionato e incriminato per rifiuto di atti legalmente dovuti a fronte di una citazione illegittima. Ma il colpevole deve essere uno solo.

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