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"È vero, la Lega è in crisi con il governo. Troppe riforme sono rimaste sulla carta"

Il dirigente: "Draghi è un ottimo premier ma il Parlamento è esautorato. Male su giustizia e appalti. Sul catasto non va bene dare deleghe in bianco"

"È vero, la Lega è in crisi con il governo. Troppe riforme sono rimaste sulla carta"

La crisi tra la Lega il resto del governo? «È innegabile» per il deputato Edoardo Rixi, componente della commissione Trasporti e responsabile nazionale Infrastrutture per il partito del Carroccio.

Ieri si è anche scontrato col governatore della Liguria Giovanni Toti sul tema della riforma del catasto. Perché?

«C'è stata una sua uscita infelice sul fatto che non abbiamo partecipato ai lavori del Consiglio dei ministri, visto che non ci hanno fatto leggere prima il testo del decreto delega. Vorrei ricordare a tutti che il tema della prima casa in particolare e della revisione del catasto se fatto senza dei paletti precisi rischia di aumentare la pressione fiscale sugli immobili, in particolare in una Regione come la Liguria dove abbiamo un numero elevatissimo di A1. Dopo un anno di pandemia non mi sembra il momento di andare a sbandierare agli italiani di avere un aumento fiscale. Mi rimane strano che Toti, che viene da Forza Italia, per cui questo è sempre stato un tema fondamentale, non lo ricordi».

Elezioni amministrative, dove ha sbagliato il centrodestra?

«Deve trovare una sua unità che è difficile avere quando una parte sta in maggioranza al governo e una in minoranza. Bisogna concertare un tavolo che venga fatto ben prima delle campagne elettorali e aiutare i candidati a farsi conoscere. È stata una campagna elettorale difficile. Gran parte dell'elettorato di centrodestra, soprattutto nei quartieri popolari, non è andato a votare perché questo governo non entusiasma. Le riforme promesse su giustizia, appalti e tutta una serie di temi mi sembra siano rimaste solo sulla carta».

La spaccatura sulla legge delega fiscale ne è un esempio...

«È uno specchietto, ma in realtà c'è molto di più. Il fatto che il Parlamento venga esautorato da ogni possibilità di parlare sulla riforma fiscale mi sembra inappropriato. Draghi secondo me è un ottimo premier, ma non è detto che durerà fino al 26 o al 27 quando ci sarà la riforma fiscale complessiva. Non vorrei dare deleghe in bianco a chi non conosco. Se poi qualcuno vuol andare col centrosinistra per una poltrona in Parlamento».

A che si riferisce?

«A chi continua a scaricare sugli altri risultati che non sono arrivati. Lo dico a Toti che in Liguria governa grazie alla Lega e a Fratelli d'Italia e a tutti quelli che continuano a parlare di un possibile centrismo che né nei numeri del Parlamento, né delle amministrazioni locali ha una capacità di aggregazione rilevante. Il centrodestra si baserà su una parte di centristi che dovranno condividere le loro posizioni con Lega e Fratelli d'Italia».

La Lega è possibile esca dal governo visti gli attriti?

«Assolutamente sì e noi siamo mal tollerati in questo governo. Secondo me Draghi ha dei cattivi consiglieri e questo è un problema. Siamo entrati nel governo perché si era visto che un esecutivo formato da Pd e 5 stelle con il Conte 2 era assolutamente incapace di affrontare anche solo il tema delle vaccinazioni. Mi auguro che il Paese metta al sicuro il suo futuro piazzando una persona come Draghi al Quirinale, ma poi pensando al traguardo delle elezioni che saranno a metà del 2022 oppure nel 2023.

Poi si dovrà tornare a trovare una normale dialettica parlamentare con due schieramenti, uno di centrodestra e uno di centrosinistra».

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