Politica

Il vero rischio: piegarsi a convivere con la paura

I governi che ci esortano «a non modificare lo stile di vita» ci renderanno schiavi dell'islam

Il vero rischio: piegarsi a convivere con la paura

Spiace dirlo, ma sin d'ora sappiamo con certezza che già domani o dopodomani archivieremo la lunga scia di sangue che solo nelle ultime ore ha mietuto vittime a Berlino, Ankara, Zurigo e Karak in Giordania. Fino a quando perpetueremo lo spettacolo di cui siamo attori e vittime, dove ogni qual volta succede una strage islamica si esibiscono sul palcoscenico della comunicazione i fronti contrapposti dei «cattivi» che condannano l'islam e dei «buoni» che salvano l'islam sostenendo che i terroristi islamici sarebbero solo una scheggia impazzita? Fino a quando dopo esserci concessi per l'ennesima volta lo sfogo della legittima denuncia delle atrocità dei terroristi islamici e dopo aver metabolizzato l'umano dolore per i nostri morti, ci risvegliamo come se non fosse accaduto nulla ottemperando all'esortazione «non dobbiamo modificare il nostro stile di vita»? Fino a quando continueremo a recitare l'assurdo copione che si conclude con l'occultamento del male che ci dilania dentro, salvo essere costretti alla strage successiva a prendere atto che diventa sempre più aggressivo?

Escludendo che chi ci governa, non conoscendo adeguatamente la realtà, possa peccare di ingenuità o commettere delle grossolanità, dobbiamo trarre la conclusione che la messinscena mediatica è parte integrante della strategia di gestione del terrorismo islamico. Resta da chiarire se si tratta di una scelta autonoma o di una imposizione calata dall'alto dal potere forte per antonomasia, la grande finanza speculativa globalizzata che, perseguendo la destrutturazione degli stati nazionali e delle identità popolari per omologarci nel meticciato antropologico e assoggettarci al Nuovo Ordine Mondiale, gioca con il fuoco del terrorismo islamico.

Ma a questo punto dobbiamo dire «Basta»! Attenendoci ai fatti, dobbiamo prendere atto che l'attuale politica di sostanziale assuefazione al terrorismo islamico riducendolo a una variante della criminalità organizzata con cui dovremmo imparare a convivere, appartiene ai governi di sinistra o anche a quelli di centro-destra che si riconoscono e difendono, costi quel che costi, la legittimazione dell'islam come religione di pari valore del cristianesimo, l'immigrazionismo come scelta strategica per contrastare il tracollo demografico dell'Europa, l'europeismo e il globalismo come prospettiva storica ponendo fine alla sovranità nazionale e alle identità localistiche, la supremazia della dimensione virtuale della finanza sulla dimensione reale dell'economia.

Dobbiamo essere consapevoli che con questi governi islamofili, immigrazionisti e globalisti asserviti alla dittatura finanziaria non sarà mai possibile sconfiggere il terrorismo islamico. Anche quando sono costretti a prendere atto che «siamo in guerra», parole testuali del presidente francese Hollande del 13 novembre 2015, annunciando ufficialmente lo stato d'emergenza, la chiusura delle frontiere e delle moschee violente, poi concretamente non succede nulla. Escludendo che l'Europa non abbia i mezzi per sconfiggere il terrorismo islamico, si deve concludere che non lo si vuole o comunque non lo si può fare.

A questo punto tutti coloro che non intendono trovarsi un giorno schiavi di Allah e sottomessi alla violenza dei terroristi islamici tagliagole o taglialingue, tutti i padri e le madri che aspirano a tutelare la vita, la dignità e la libertà dei propri figli, devono auspicare un radicale cambiamento nella cultura e nella classe politica. Piaccia o meno noi potremo salvaguardare il nostro inalienabile diritto a essere pienamente noi stessi in casa nostra solo liberandoci dall'islam, ponendo fine all'auto-invasione di clandestini prevalentemente islamici, riscattando la sovranità nazionale, recuperando le identità localistiche, mettendo al centro l'economia reale. E non lasciamoci intimidire dalle accuse di «populismo» e «razzismo». Noi siamo la maggioranza che ha votato il Brexit, ha dato fiducia a Trump, apprezza Putin, ha scelto il «No» in Italia e che sta crescendo ovunque nel mondo libero.

magdicristianoallam.it

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