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La Versace in passerella usa i gay contro il governo

La stilista si scatena sui diritti Lgbt e inventa fantomatiche repressioni: "Stanno limitando le libertà, c'è molto da fare"

La Versace in passerella usa i gay contro il governo

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Attaccare il governo Meloni per qualcuno è ormai una moda. È un vezzo che piace alla gente che piace: fa molto (radical) chic e non impegna. In certi ambienti «à la page», poi, sembra diventato un vero e proprio lasciapassare. Ovvero, un espediente per farsi notare e applaudire con facilità. E poi fa molto comodo: se critichi l'esecutivo di centrodestra, magari con il solito armamentario di accuse pretestuose, chi condivide quel pensiero ti porterà in palmo di mano. Sarà per questo che anche alla recente settimana della moda di Milano non sono mancate le uscite ostili al governo in carica, con particolare riferimento al tema dei diritti Lgbt.

A far sfilare il campionario delle rimostranze anti-Meloni sull'argomento è stata nello specifico la stilista Donatella Versace, che alla premiazione del «Cnmi Sustainable Fashion Awards» (gli Oscar della moda ecosostenibile) si è scagliata contro chi guida il Paese. «Qui in Italia non è mai stato così importante per noi sostenere le voci delle minoranze», ha scandito l'imprenditrice, affiancata sul palco del Teatro alla Scala dal deputato Pd Alessandro Zan e dal cantante Marco Mengoni.

Poi l'affondo politico. «Il nostro governo sta cercando di togliere i diritti delle persone di vivere come desiderano, stanno limitando le nostre libertà. La libertà di camminare per strada a testa alta e senza paura, indipendentemente dall'identità. La libertà di costruire una famiglia e vivere come si desidera. La libertà di amare chi si vuole», ha esclamato Versace. Ora, non si comprende esattamente in che modo starebbe avvenendo tutto questo e quali sarebbero le presunte libertà limitate, anche perché l'esecutivo non ha approvato né paventato alcun provvedimento di quel genere.

Ma poco importa: il 24 settembre scorso, durante il patinatissimo evento di premiazione, le parole della stilista calabrese sono state accolte da un convinto applauso. In platea, tra gli ospiti della serata, c'erano le attrici statunitensi Jessica Chastain e Julianne Moore, la modella canadese Coco Rocha e la collega brasiliana Caroline Trentini.

Non proprio delle attente conoscitrici della politica italiana, verrebbe da immaginare. Ma anche la cantante italiana Elodie, che definì Giorgia Meloni «violenta» e «poco donna», e l'influencer Chiara Ferragni, già in passato polemica sulle politiche dell'attuale premier.

In quel contesto, il discorso della Versace ha fatto breccia e infatti la popolare imprenditrice si è spinta oltre. «Dobbiamo tutti lottare per la libertà. In un momento in cui le persone transgender subiscono ancora terribili violenze, in un momento in cui i figli delle coppie dello stesso sesso non vengono considerati come loro figli, in un momento in cui le voci delle minoranze vengono attaccate da nuove leggi. In questo momento, abbiamo ancora molto da fare», ha esclamato.

Ai cosiddetti Oscar «verdi» della moda, Versace ha anche ribadito: «Combatto per la libertà, l'equità e l'inclusività ogni giorno (...) Se fossimo tutti più accoglienti e comprensivi gli uni verso gli altri, che mondo straordinario sarebbe». E, per un attimo, non sembrava nemmeno di stare a Milano, bensì su uno di quei blasonati palchi del jet set internazionale, lastricati di discorsoni impegnati e politicamente orientati.

Ma talvolta velati pure di conformismo.

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