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Veneto Banca: "Vertice a casa di papà Boschi. Maria Elena c'era ma non parlò"

L'ex ad di Veneto Banca: "Ci fu un incontro a casa di papà Boschi". Passò anche la figlia (al tempo ministro): "Ma non parlò". Poi rivela: "Visco caldeggiò la fusione con Popolare Vicenza"

Veneto Banca: "Vertice a casa di papà Boschi. Maria Elena c'era ma non parlò"

I dirigenti di Veneto Banca si recarono ad Arezzo nel 2014 per incontrare i manager di Banca Etruria. In quell'occasione, furono accolti a casa di Pier Luigi Boschi, dirigente di Etruria e padre di Maria Elena, al tempo ministro per le Riforme del governo Renzi. A ricostruire quell'incontro è Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato di Veneto Banca, che oggi ha testimoniato davanti alla commissione d'inchiesta sulle banche a Palazzo San Macuto. "Poi - ha raccontato - venne il ministro Boschi, per un quarto d'ora, durante il quale non proferì parola, dopo di che si alzò e andò via".

Entrambi gli istituti di credito avevano ricevuto una lettera dalla Banca d'Italia per i problemi in cui versavano. La missiva dell'istituto di via Nazionale chiedeva a entrambe di "trovare un partner di elevato standing" che, in un secondo momento, sarebbe stato individuato nella Banca Popolare di Vicenza. Quello del 2014 non era certo il primo incontro organizzato per far fronte all'emergenza. Già il 27 dicembre 2013, incontrando i vertici di Veneto Banca nella sua tenuta vinicola ad Aquileia, il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, aveva assicurato a Flavio Trinca che l'operazione di fusione fra i due istituti di credito fosse "fortemente caldeggiata dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, con il quale aveva avuto una lunga telefonata".

L'incontro a Laterina risale all'inizio del 2014, intorno a Pasqua. C'era il presidente di Banca Etruria. Fu lui a portare i dirigenti di Veneto Banca a casa del vicepresidente Boschi. "Poi - ha spiegato Consoli - venne il ministro Boschi, per un quarto d'ora, durante il quale non proferì parola, dopo di che si alzò e andò via". In audizione alla commissione d'inchiesta sulle banche l'ex ad di Veneto Banca ha messo in chiaro che "la memoria non è nitida", che "qualcosa" la ricorda ancora. L'incontro, ha poi spiegato, avvenne "perché sapemmo che Etruria aveva ricevuto da Bankitalia una lettera simile alla nostra", nella quale c'era scritto che avrebbero dovuto andare verso l'aggregazione con un partner di "elevato standing". Il riferimento era, appunto, alla Popolare Vicenza.

"Il presidente Trinca - ha,quindi, proseguito Cosoli - chiamò il presidente di Etruria che conosceva e mi disse di andare ad Arezzo per cercare di capire cosa stanno facendo loro che hanno ricevuto la stessa lettera (da Banca d'Italia, ndr)".

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