Il primo ad arrivare è stato Matteo Salvini. La sua macchina ha varcato il cancello di Villa Grande sull'Appia, alle tredici in punto. Ad attenderlo il padrone di casa Silvio Berlussconi. Già mercoledì sera i due, con anche Giorgia Meloni, si erano sentiti per mettersi d'accordo. Un pranzo a Villa Grande per parlare del domani e per rinsaldare la coalizione. Pochi minuti dopo è arrivata anche la presidente di Fratelli d'Italia. Il leader azzurro ha scortato i suoi ospiti per un breve giro nel giardino e negli angoli più suggestivi della villa che è stata per tanti anni la residenza romana del regista Franco Zeffirelli. Salvini era già stato a Villa Grande, ma ammirarla in pieno sole di una classica ottobrata romana - confessa - è stato uno spettacolo inedito e davvero rimarchevole.
Intorno a un sobrio aperitivo a base di crodino i tre hanno gettato le basi del confronto. Non è servito molto tempo per arrivare a una visione condivisa del prossimo futuro della coalizione. Più unità d'ora in avanti, questo il mantra. Il risultato delle amministrative va considerato un campanello d'allarme. Per il prossimo futuro le scelte dei candidati non soltanto dovranno essere condivise con maggior convinzione ma bisognerà evitare di fare il gioco degli avversari mostrando, anche involontariamente, una competizione interna.
E proprio per rimarcare lo spirito di squadra si è anche stabilita una posizione comune sul delicato tema della legge elettorale. Non potrà essere il proporzionale puro, ammettono. Potrebbe danneggiare il singolo alleato. Meglio una norma che preveda una ratifica del ruolo della coalizione.
Berlusconi, assicurano i rispettivi staff, ha accolto i suoi ospiti in un clima cordiale e collaborativo, certamente più disteso rispetto alle frizioni descritte dai giornali nelle ultime settimane segnate dalla campagna elettorale.
Un'atmosfera di cordialità rimarcata dalle foto di rito e dai saluti affettuosi al momento del commiato. Saluti che hanno anticipato di pochi minuti la diffusione di un comunicato congiunto. «In un clima di massima collaborazione, dopo un attento esame dei risultati elettorali e delle cause che li hanno determinati - recita la nota -, i leader del centrodestra hanno stabilito che, d'ora in avanti, avranno incontri periodici, con frequenza settimanale, per concordare azioni parlamentari condivise. Con questo stesso spirito, il centrodestra intende muoversi compatto e per tempo per preparare i prossimi appuntamenti elettorali e politici, con particolare attenzione all'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Il centrodestra intende continuare a lavorare come coalizione e ha confermato conseguentemente la propria indisponibilità a sostenere un cambiamento della legge elettorale in senso proporzionale».
Davanti a un piatto di riso allo zafferano e pere al vin brulé come dessert si è stabilito che una legge elettorale maggioritaria garantisce il lavoro della coalizione che proprio all'appuntamento delle politiche del 2023 vuole arrivare unita. «Il sistema elettorale proporzionale significa il caos e noi vogliamo un sistema elettorale che la sera ti dice chi vince e governa», spiega Matteo Salvini ai cronisti davanti al Senato qualche ora dopo. Come racconta il leader della Lega, nel vertice è stato ribadito il fatto che il maggioritario va bene e che se c'è qualcuno che vuole modificare la legge esistente la deve pensare con un sistema maggioritario ancor più marcato.
L'accordo sul sistema elettorale mostra un passo decisivo di Forza Italia in favore degli alleati. Una legge proporzionale, infatti, taglierebbe le gambe alle ambizioni di chi non può - per posizioni non conciliabili - trovare sponde e alleanze parlamentari. E questa coesione ha come primo frutto una posizione comune per l'elezione del presidente della Repubblica. È lo stesso Salvini a ricordare che è ancora presto per poter parlare del tema («siamo solo a ottobre»).
Di fronte a una spigola, contornata da verdure tricolori, Berlusconi, Salvini e Meloni hanno comunque convenuto che il primo impegno sarà quello
di portare a Draghi una sola voce per parlare di legge di Bilancio. E a questo proposito Salvini ha chiesto a Berlusconi un coordinamento anche fra i ministri di Lega e Forza Italia alla vigilia dei Consigli dei ministri.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.