Era una coppia di origini siriane ben integrata in Lombardia con sei figli quasi tutti nati in Italia. Ora quello che resta è una famiglia dimezzata e distrutta dal dolore. Il devastante terremoto ha portato via la moglie e una figlia italiana. Sotto le macerie anche il genero, la figlia maggiore che viveva da qualche anno ad Antiochia e tre nipotini. Sei persone dello stesso nucleo familiare spazzate via dalla furia delle scosse.
È il destino della famiglia Hasan, che vive a Busto Arsizio da vent'anni. Un destino beffardo visto che la morte della mamma e di una delle figlie è frutto di una casualità. Le due erano partite per Antiochia, per assistere la figlia maggiore durante il parto. Dovevano rientrare in Italia domenica scorsa, ma all'ultimo momento hanno deciso di posticipare di una settimana il biglietto aereo. Così quella che avrebbe dovuto essere una festa si è trasformata in una tragedia. Sotto le macerie mamma, due figlie, genero e tre nipoti tra cui quello appena nato.
A Busto Arsizio si piange. «Chiedo a tutti di rispettare la nostra privacy e il nostro dolore» dice al citofono dell'abitazione un'altra figlia chiusa in casa con altri due fratelli. Poi concede al cronista di Malpensa 24 poche parole di spiegazione. La ragazza racconta di essere in contatto costante con il padre, partito già da alcuni giorni alla volta di Istanbul. Lì ha raggiunto un'altra figlia che vive ad Istanbul e insieme al genero hanno attraversato l'intero Paese in macchina fino a raggiungere l'estremità meridionale. Dopo giorni appesi a un filo di speranza, l'uomo non è riuscito a riabbracciare le componenti della famiglia che risultavano disperse. Nelle ultime ore è arrivata la notizia del tragico ritrovamento, confermato anche dalla Farnesina. Ma, racconta la ragazza, «mia mamma e le mie due sorelle sono già state sepolte in Siria». I condomini in via Assisi ancora stentano a crederci «Mi chiamavano zio», racconta in lacrime un vicino di casa che ammirava molto quella famiglia unita dove uno dei figli lavorava con il padre in un'officina a Vanzaghello.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter conferma i decessi. «Purtroppo sono stati ritrovati senza vita, ad Antiochia, i corpi della famiglia italiana di origine siriana. Esprimo tutta la mia vicinanza ai familiari ai quali non mancherà il nostro sostegno».
Resta disperso Angelo Zen di cui non si hanno ancora notizie. «Nelle scorse ore un primo team dell'ambasciata è stato inviato a Kahramanmara per facilitare la ricerca» ha spiegato Tajani. «La squadra dell'Unità di crisi della Farnesina è formata da Carabinieri e poliziotti esperti nella ricerca dei dispersi. Speriamo sempre». Ma le speranze si fanno affievoliscono sempre più. «Ora è sempre un miracolo ritrovare persone vive sotto le macerie» racconta Luca, uno dei vigili del fuoco italiani ad Antiochia. Fa parte del team dell'Usar che ha salvato due ragazzi e torna in Italia oggi. Faranno da staffetta altri tecnici esperti provenienti dalla Lombardia e dal Veneto. Partiranno con un velivolo della Guardia di Finanza assieme a medici e infermieri. Sono innumerevoli le emergenze da affrontare. Tra cui estrarre le vittime dalle macerie. Ma anche tra i vivi regna un senso di morte.
«Uomini, donne e bambini si trascinano per le strade giorno e notte senza meta racconta Luca Avvolti nelle coperte e senza un riparo. Ovunque escrementi e cadaveri da seppellire. C'è il rischio che scoppi qualche epidemia. La situazione è tragica».
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