Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione
Ultim'ora
Autonomia, ok dalla Cassazione al referendum per abrogazione

Viaggio nell'islam radicale: "Le adultere? Prese a sassate"

Reportage di "Quarta Repubblica" nelle comunità italiane dopo le parole dell'imam di Birmingham. Pure le bimbe col velo

Viaggio nell'islam radicale: "Le adultere? Prese a sassate"
00:00 00:00

Se le donne tradiscono «vanno messe sotto terra e colpite con sassi sulla testa e sul corpo fino a farle morire». L'adulterio? «Va punito con le frustate». Queste le frasi di alcuni uomini appartenenti alla comunità islamica romana. Se le frasi sulla lapidazione dell'imam di Birmingham hanno scosso l'Italia, il reportage di Quarta Repubblica in onda stasera sulle comunità islamiche in Italia ci mostra uno spaccato agghiacciante e proprio accanto a noi. Da Trieste a Roma, da Monfalcone a Torino, arrivando fino a Imperia: sono solo alcune delle tappe che i giornalisti del programma condotto da Nicola Porro hanno toccato per provare ad entrare nel mondo islamico e capire le dinamiche. Un mondo in cui, anche se in punta di piedi, si fatica ad entrare.

«Le donne non possono pregare con gli uomini perché questi non possono guardarle» raccontano dalla moschea di Trieste. Un insieme di regole, quelle della Sharia - la legge di Dio - alle quali si deve sottostare per forza.

Nonostante l'Islam sia la seconda religione praticata in Italia, l'Occidente e le nostre usanze sembrano lontanissime da questi mondo, che a volte sembra viaggiare parallelo al nostro.

A Monfalcone, una delle città con la percentuale di musulmani più alta in Italia per numero di cittadini, gli islamici sono più del 33%. Fra loro 1.700 lavorano. Ma fra questi lavoratori il numero di donne fa impressione. Sono solo 7.

Un dato importante che fa luce sulla condizione della donna nella fede e cultura islamica. «La sharia dice che senza velo non posso uscire», racconta una bambina di 10 anni ai microfoni di Quarta Repubblica. Ed è proprio nel centro di preghiera di Monfalcone che i giornalisti trovano le piccole, tra i 3 e i 6 anni, coperte con il velo dalla testa ai piedi, a pregare.

«Qui insegniamo le regole dell'Islam, i bambini piccoli sono dei contenitori che vanno riempiti con le regole giuste» racconta l'imam della comunità mostrando i piccoli della classe che stanno, proprio in quel momento, facendo lezione di Corano.

Ma c'è di più: i musulmani vorrebbero le Corte Islamiche, sul modello inglese, e cioè l'istituzione di tribunali islamici che regolino principalmente gli affari personali e cioè le questioni dei matrimoni e dei figli.

A teorizzare l'idea per primo è stato Riccardo Hamza Piccardo, leader dell'Ucoii (Unione Comunità Islamiche Italiane) e uno dei massimi esperti di Islam in Italia raggiunto dai giornalisti di Quarta Repubblica a Imperia. «Al momento è impossibile qui in Italia, è solo una riflessione, una considerazione teorica. Ma è una questione di forza: nel momento in cui le comunità saranno così forti da richiederlo, lo richiederanno. E lo otterranno».

Ed è sempre Piccardo a dire di più su uno dei temi fondamentali dell'Islam, la donna, esordendo con una provocazione alla giornalista: «Non so sua figlia chi gliela tiene, però sarebbe meglio se si potesse dedicare alla figlia un po' di più».

Una visione lontana dalla nostra quotidianità ma che, invece, è presente nel tessuto sociale del nostro territorio. Anche quando noi facciamo fatica a vederla, anche quando noi facciamo fatica a capirla. Come quando si tratta di pratiche brutali, come le spose bambine o le mutilazioni genitali.

Come quelle che trattano e curano i medici di Torino, nell'unico ambulatorio interamente dedicato alle mutilazioni. «Le bambine vengono mutilate con materiali di fortuna: lamette, cocci di vetro», racconta una dottoressa. Tradizioni che, purtroppo, resistono ancora oggi anche in Italia.

Un viaggio che sembra mostrare uno stato dentro il nostro stato. In cui spesso l'italiano è una lingua straniera sconosciuta, soprattutto alle donne, anche se vivono qui da decenni.

In cui le nostre usanza vengono viste con sospetto e in cui, chiacchierando in una strada qualsiasi della capitale a un giornalista con una grande telecamera in vista- gli uomini dopo la preghiera ammettono candidamente: «È una cosa gravissima il tradimento. Il corpo della donna deve essere solo del marito. Per questo va presa a sassate se commette peccato».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica