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Viaggio di nozze a Berlino: Renzi in ginocchio dalla Merkel

Mentre la Grecia va a pezzi, Renzi corre a Berlino a inginocchiarsi alla corte della Merkel per blindare Europa e euro

Viaggio di nozze a Berlino: Renzi in ginocchio dalla Merkel

In uno dei giorni più difficili per l'Unione europea e per l'euro, con gli occhi puntati sulla crisi greca, Matteo Renzi vola a Berlino, in ginocchio da Angela Merkel. In mattinata il premier italiano è intervenuto alla Humboldt University su Europe: back to the future. Nel primo pomeriggio, poi, il bilaterale con la cancelliera tedesca. In un momento di crisi nera, il clima è da luna di miele. I due leader giocano alla coppia felice: fanno fronte comune, difendono la baracca (l'Europa) e rimbrottano Alexis Tsipras, il figlioletto cattivo. "Quello che è importante è, finché si sta in una casa comune che è l’Ue, mantenere le regole insieme, stare alle regole condivise - redarguisce Renzi in conferenza stampa a Berlino - quando abbiamo opinioni diverse ne parliamo e poi si esce con la stessa posizione, così si fa in Europa".

Da giorni Renzi si è allineato alla Germania. Molto più di un tempo, ha spostato la barra verso Berlino. Fronte comune contro l'ex amico Tsipras. Che ora viene attaccato su più fronti, quello tedesco e quello romano. Dall'Eliseo Francois Hollande ha già fatto il suo mettendo in chiaro sin dall'inizio che il referendum è un'assurdità. Da un paio di giorni a questa parte, poi, anche Renzi si è messo a bastonare in questo senso. In linea con la cancelliera tedesca che, implacabile, ha sospeso qualsiasi negoziato con Atene prima di avere in mano i risultati della consultazione. "La Grecia ha il diritto di fare il suo referendum sulle proposte europee - mette in chiaro - ma i partner europei hanno egualmente il diritto di rispondere a quello che sarà il suo esito". E lì, al suo fianco, il fido Renzi. Che ci tiene a far valere il peso dei due partiti, il Pd e la Cdu, all'interno dell'Unione europea. "Io e Angela non abbiamo le stesse idee su tutto, è la democrazia bellezza... - dice Renzi - ma rappresentiamo i due partiti più votati in Europa, insieme hanno ottenuto 22 milioni di voti". E ricorda (sempre all'indirizzo dell'inguaiato Tsipras): "Siamo alla guida di due grandi Paesi che hanno creato insieme con altri l’Europa. E che sanno che c’è bisogno di Europa della politica e degli ideali, non solo di parametri e cifre. Di fronte a questo le discussioni saranno finalizzate a rendere l’Europa più forte".

Fronte comune, insomma. Mano nella mano. Nella tana del lupo. Se e quando toccherà all'Italia lo stesso trattamento a cui è ora sottoposta la Grecia, tutte queste dichiarazioni varranno zero e l'asse Roma-Berlino verrà spezzato dal primo vento di burrasca. Per il momento, però, la Merkel si prodiga nell'incensare il fido Renzi che in Italia, invece, non gode più di grande fiducia. "Il programma di riforme in Italia è importante, impressionante, come il Jobs Act - dice la cancelliera tedesca - le prospettive per la crescita in Italia sono buone e la direzione è giusta". E Renzi a gongolare: "C'è ancora molto da fare ma l’Italia è tornata in pista e ha voglia di correre più veloce di tutti". Ora non resta che vedere se, quando i nodi delle riforme di Renzi verranno al pettine, la Merkel si ricorderà di tutti questi convenevoli.

O passerà sul premier fiorentino come un panzer, proprio come sta facendo con Tsipras.

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