Vince al Lotto e si uccide: «I soldi non sono tutto»

Era diventato milionario dopo aver sbancato il Superenalotto. S'è tolto la vita a 49 anni perché, come ha scritto nel suo ultimo messaggio su Facebook i soldi non sono tutto. Gigi Podda s'è ucciso ingerendo un micidiale intruglio di medicinali oppure ingurgitando veleni: lo chiarirà l'autopsia. Qualche tempo addietro la dea bendata lo aveva baciato in fronte, regalandogli una vincita milionaria al Superenalotto. Lui se n'era rimasto nella sua Sanluri, un paesino sardo del Medio Campidano, a godersi la buona sorte. Ma forse pure per il peso di un'esistenza cambiata sia pur in meglio (almeno economicamente) dall'improvviso brillare della buona stella, alla fine ha deciso di uccidersi. Domenica sera la scelta probabilmente a lungo meditata ha preso forma. Ed alle prime ore di lunedì i social forum hanno registrato l'ultimo pensiero del quarantanovenne sardo: «I soldi ti fanno ricco. Il rispetto e l'educazione ti fanno signore». Poi più niente. Lo hanno ritrovato cadavere nella sua abitazione. Sul corpo nessun segno di violenza. In cucina, sul tavolo, un biglietto per spiegare la scelta di farla finita.

Quando la notizia s'è sparsa, le parole notturne postate su Facebook sono diventate quasi un testamento morale formato Bignami, che ha diviso in due l'Italia virtuale: da una parte i sostenitori della tesi secondo cui il denaro non è tutto.

Dall'altra quanti invece ritengono che spegnere la luce dopo tanta fortuna significhi soltanto dare uno schiaffo a chi patisce la fame e la sventura nel buio dell'indifferenza quotidiana. In mezzo, la scelta di un uomo che s'è ammazzato per davvero e che invidiato da vivo per la sua sorte propizia non trova pace neppure da morto.

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