Vince il modello Genova capitale dei moderati: liste di centro al 35%

Bucci riconquista la città senza spareggio. Determinante il sostegno di civiche, Iv e Toti

Vince il modello Genova capitale dei moderati: liste di centro al 35%

Il «partitone» dei moderati raccoglie il 35% dei voti e riconsegna le chiavi della città di Genova, per altri cinque anni, nelle mani del sindaco uscente Marco Bucci. La città della Lanterna si candida a essere la nuova patria del Grande Centro. Il trend è chiaro da subito. Il sindaco uscente si impone al primo turno, con il 55% dei voti, contro lo sfidante del campo largo Ariel Dello Strologo (38,7) distaccato di quasi 15 punti.

Molto distanziati il senatore ex M5S Mattia Crucioli (3,1%) e la candidata di sinistra Antonella Marras al 2%. Si registra il tracollo dei Cinque stelle che nella città di Grillo si fermano al 5%. Marco Bucci incassa il mandato bis e getta lo sguardo già sulle elezioni politiche del prossimo anno: «I cittadini hanno scelto le persone. È un riconoscimento importante al lavoro svolto» commenta a caldo il sindaco rieletto. La terra ligure, un tempo feudo rosso, diventa laboratorio dei moderati in vista del voto nel 2023. Genova battezza una nuova formula politica, non solo per la convergenza del partito di Matteo Renzi (Italia Viva) sul candidato sindaco del centrodestra. Ma soprattutto perché il dato elettorale fa emergere un «partitone» di Centro che vale quasi il 35% dei consensi e che risulta determinante per la vittoria finale di Bucci.

Stavolta, oltre la teoria c'è anche pratica. Tradotto: i voti.

Il primo dato che emerge: senza l'apporto delle liste civiche e dei partiti di Centro, Bucci sarebbe finito al ballottaggio. Il merito è certamente del profilo del sindaco: manager e imprenditore con una fitta rete di relazioni internazionali.

Un sindaco del fare che ha dimostrato le doti operative in occasione della ricostruzione del Ponte Morandi. Non a caso si parla di «modello Genova». Ma ora Genova può vantarsi anche di essere modello politico.

Bucci gongola e promette: «Faremo tutto il possibile per recuperare le persone al voto, perché più persone votano meglio è». La «formula Bucci» trova conferma nei numeri. La lista «Bucci sindaco» tocca il 20%, doppiando sia Lega che Fratelli d'Italia. Il contenitore civico e moderato della coalizione Bucci si allarga con l'8,2 della lista Toti, il 4% di Forza Italia e le altre formazioni centriste (Udc, Genova Domani) diventando il «partitone» di maggioranza relativa con il 35 %. Numeri da Democrazia cristiana ai tempi della Prima Repubblica.

Un risultato che trasforma Genova nel vero esperimento centrista. L'operazione al centro è stata già avviata nei mesi scorsi dal presidente della Liguria Giovanni Toti con Coraggio Italia: «Il modello della Liguria è vincente da sette anni.

Ha vinto un centrodestra che sa superare lo schema a tre punte che lo ha visto giocare per 22 anni nella seconda Repubblica ma che oggi non corrisponde più alla realtà. Un centrodestra che sa aprirsi al mondo civico, al mondo riformista e a quel centro che non possiamo lasciare appannaggio di sé stesso o peggio nella coalizione degli avversari» commenta il governatore.

Ettore Rosato di Italia Viva dice al Giornale: «Certamente Genova è un modello. Il contributo considerevole di Italia Viva risulta fondamentale per la vittoria di Bucci che era il profilo ideale per riunire diverse esperienze. Sul piano nazionale va costruita un'area politica distante da Landini e da Meloni e Salvini».

Matteo Salvini fiuta le spinte centriste genoane e corre ai ripari: «Sono orgoglioso perché al modello Genova abbiamo dato corpo e sangue, e quindi avere Marco Bucci al governo per altri

cinque anni in questa città straordinaria, che ha sofferto tanto, per noi è motivo di orgoglio».

Smaltita l'euforia, Bucci, da buon amministratore, vorrà provare a essere anche un buon federatore. Sognare non costa nulla.

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