Milano Wanted. Era da sabato che le pattuglie della squadra mobile e le «Volanti» giravano con la sua foto appiccicata al cruscotto. Sapeva di essere braccato, che era questione di giorni, forse di poche ore. E che prima o poi sarebbe finito in trappola perché la polizia lo cercava battendo palmo a palmo tutto il Gratosoglio, la zona dove si sapeva che faceva «base». Così ieri in mattinata il clandestino magrebino ritenuto tra i due giovani che giovedì scorso avrebbero pestato e palpeggiato una liceale 15enne di Vigevano a bordo del treno Milano-Mortara-Alessandria, si è presentato spontaneamente con un legale al commissariato di zona, «Scalo Romana», per chiarire la sua posizione. Ed è stato subito portato negli uffici della squadra mobile per essere sottoposto a un lungo interrogatorio.
L'immigrato irregolare dovrà chiarire molte cose, ma in primo luogo la natura dei suoi reali rapporti con la minorenne e i suoi movimenti di giovedì.
A dare una sua foto alla polizia sarebbero state alcune amiche e compagne di classe della ragazzina che avevano salvato la sua foto sul cellulare dopo che il profilo Facebook del ragazzo era stato disattivato. Tutti, nel giro delle amicizie della giovane, sapevano che, un anno fa, quando aveva appena 14 anni, aveva chattato sul social network con un magrebino di qualche anno più grande e che poi lo aveva incontrato anche di persona. All'inizio sembra che tra i due ci sia stata una semplice amicizia, che il nordafricano, a un certo punto, desiderava trasformare in qualcosa di più. Quando la ragazzina ha rifiutato le sue avance per un po' lui non si era fatto proprio vedere. Poi - ma questo ancora la liceale 15enne non lo ammette - sarebbero iniziati nei suoi confronti, da parte del magrebino, una serie di atti persecutori, tra i quali sicuramente anche inseguimenti e molestie. La minore, insomma, di fronte a un ragazzo più grande probabilmente non aveva saputo gestire il rapporto chiarendo da subito - con la fermezza che forse l'età non le permetteva di sfoderar - che oltre all'amicizia non si sarebbe andati. E lui, che forse, vista la sua provenienza, ne aveva fatto una questione di onore, approfittando della debolezza fisica e mentale della ragazza, ha tentato di spaventarla.
Tuttavia in questura ieri sera ancora non si parlava di riscontri veri e propri.
Gli investigatori non sanno se il nordafricano in questione e un altro giovane abbiano veramente seguito la ragazza sul treno per poi pestarla e toccarla nelle parti intime. Non sanno nemmeno se sia da addebitare a loro la frattura di una costola della liceale.È fuori di dubbio, comunque, che la vicenda si sia avviata verso un chiarimento definitivo.
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