Coronavirus

Il virus blocca la giustizia: udienze a rischio per la ripresa

La giustizia deve sventare l'effetto collo di bottiglia: evitare cioè di ritrovarsi sommersa di udienze una volta che le misure di sicurezza saranno sospese

Il virus blocca la giustizia: udienze a rischio per la ripresa

L'emergenza provocata dal nuovo coronavirus ha bloccato l'economia italiana ma ha pure congelato la giustizia. Lo stop prolungato delle attività dei tribunali potrebbe infatti rappresentare un enorme problema.

Un problema causato dal rischio di un eccessivo accumulo di procedimenti giudiziari, i quali andrebbero a ingolfare la ripresa della macchina giudiziaria. Certo, al momento tutto e fermo e lo resterà fino a giugno. Ma intanto c'è chi ha iniziato a farsi un paio di domande sulla cosiddetta “fase 2”. Che cosa ci troveremo di fronte?

Qui iniziano i guai burocratici. I capi degli uffici dovranno essere bravi a evitare l'affollamento e potranno farlo principalmente in due modi: limitando gli orari di apertura delle strutture e rinviando le udienze. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, non sono infatti da escludere eventuali effetti collaterali, su tutti la possibile entrata in crisi del sistema giustizia e il conseguente blocco del suo andamento. In altre parole, molti processi rischiano di slittare, e potrebbero scontrarsi con quelli lasciati in sospeso prima dello stop.

Giustizia paralizzata

In queste settimane, infatti, l'attività degli uffici è ridotta al minimo. Nel settore civile c'è spazio soltanto per le udienze più urgenti, cioè quelle che riguardano minorenni e rapporti familiari, mentre nel penale si tengono le convalide di arresto e fermo e, talvolta, le udienze nei procedimenti a carico di detenuti. In entrambi i casi le camere di consiglio sono in videoconferenza; vengono inoltre sostituite le udienze per la precisazione delle conclusioni con il deposito telematico di note scritte. Tutta “colpa” delle misure di distanziamento sociale necessarie per sconfiggere il Covid-19.

Anche dopo che la fase 1 diventerà un lontano ricordo, non si tornerà subito alla normalità. L'affollamento dei palazzi di giustizia non sarà certo compatibile con quelle misure di sicurezza che dovranno essere mantenute per tanti altri mesi. Ecco allora che i capi degli uffici stanno lavorando a provvedimenti che limitano l'accesso alle aule. A condizioni del genere è tuttavia impossibile procedere ai soliti ritmi. Gli affari trattati dovranno essere ridotti, anche perché molte attività non possono svolgersi senza la presenza delle parti e i collegamenti da remoto, a volte, non bastano.

Oltre all'impossibilità di assumere in videcall testimonianze o dichiarazioni di consulenti, dobbiamo considerare i problemi amministrativi; il personale, pur lavorando in smart working, è impossibilitato ad accedere ai registri civili e penali e non può neppure depositare gli atti.

Il pericolo da sventare, per la giustizia, è l'effetto collo di bottiglia: evitare cioè di ritrovarsi sommersa di udienze una volta che le misure di sicurezza verranno allentate.

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