Coronavirus

Il virus frena, l'Italia riapre Draghi: "Fine Covid vicina"

L'Iss: giù i casi tra gli under 12. Bianca pure la Sicilia. Il premier: "Con i vaccini pandemia sotto controllo"

Il virus frena, l'Italia riapre Draghi: "Fine Covid vicina"

Contagi in discesa e vaccinazioni in salita favoriscono le riaperture. Il premier Mario Draghi confida nelle immunizzazioni e prende sulle sue spalle per la seconda volta «un rischio calcolato»: disattende le indicazioni del Comitato tecnico scientifico e forza sulla capienza di cinema, teatri e discoteche. Il Presidente del Consiglio lo aveva già fatto in occasione delle prime riaperture il 26 aprile scorso, nonostante i calcoli di alcuni esperti indicassero il rischio di una quarta ondata. Allora il premier ha avuto ragione e oggi sicuramente grazie al progresso della campagna vaccinale i rischi appaiono ulteriormente ridotti.

«Abbiamo somministrato più di 6 miliardi di dosi di vaccini in tutto il mondo. -dice il premier- I nostri sforzi congiunti ci hanno aiutato a portare la pandemia sotto controllo in molti paesi e ci danno la speranza che la sua fine sia finalmente in vista». Per Draghi occorre però superare il protezionismo perché la fine della pandemia passa dalla «libera circolazione dei vaccini e delle materie prime necessarie per produrli».

Il parere di una parte del Cts era quello di mantenere una maggiore prudenza soprattutto rispetto alla riapertura delle discoteche ritenute un luogo ad alto rischio ma anche il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità e portavoce del Cts, Silvio Brusaferro, offre un quadro rassicurante basato sulle cifre dell'ultimo Report Iss. «Il quadro generale è di una circolazione del virus in fase decrescente, con una diminuzione dell'incidenza, che consente il tracciamento dei contatti stretti, continua il calo dei ricoveri e il rischio è basso in quasi tutte le regioni», è l'analisi di Brusaferro che sottolinea come l'andamento della curva sia sotto controllo e continui «a decrescere lentamente in tutte le fasce di età anche in quella inferiore ai 12 anni». Il direttore del dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ricorda che occorre «mantenere la situazione sotto controllo in virtù delle graduali riaperture» perché se è vero che le vaccinazioni funzionano da sole però non sono sufficienti. Vanno comunque mantenute «le misure precauzionali di distanziamento sociale e all'uso delle mascherine», avverte Rezza. Insomma un contraccolpo dei contagi è sempre possibile.

Le cifre sono rassicuranti: l'Rt resta sotto l'uno, 0,83, e l'incidenza settimanale scende a 34 casi per 100 mila abitanti dai 37 della settimana precedente. Quasi tutte le regioni si attestano a rischio basso, soltanto Basilicata, Trento, Bolzano e Valle d'Aosta a rischio moderato. E anche la Sicilia torna in bianco: ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza Si riduce anche la pressione sulle strutture sanitarie. Il tasso di occupazione delle terapie intensive si attesta al 4,8%, da 459 i ricoverati scendono a 433. Nei reparti ordinari il tasso è del 5,1%, i posti letto Covid scendono da 3.418 a 2.968.

Entro la prossima settimana dovrebbe essere sciolto il nodo delle quarantene a scuola. Una circolare chiarirà come gestire i casi positivi, richiamando le regioni ad applicare regole omogenee in tutti gli istituti. L'orientamento è quello di ridurre la quarantena a 5 giorni per i vaccinati limitandola soltanto ai «vicini» del caso positivo senza mettere in isolamento tutta la classe.

Attesa anche la circolare sulla terza dose. Rezza chiarisce che al momento il booster andrà agli over-80, ai ricoverati nelle Rsa e agli operatori sanitari.

«Daremo indicazioni più precise anche per i pazienti iper-fragili ma non si pensa per il momento a un richiamo universale su tutta la popolazione, anche perché molti giovani sono stati vaccinati poco tempo fa e non hanno bisogno di una dose di richiamo».

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