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Il virus letale del "Camerismo": spararle grosse per non sparire

Il virus letale del "Camerismo": spararle grosse per non sparire

C'è un virus contagioso che si annida nella poltrona più alta di Montecitorio. Quello che era il trampolino ideale per salire al Quirinale - ne sanno qualcosa Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano - adesso è l'antiCamera dell'oblio. La malattia si chiama camerismo. Ed è letale. Chi ne è affetto è destinato a sparire dalla scena politica. I sintomi? Ci si sente investiti di una missione salvifica: per sembrare super partes si butta fango sulla maggioranza che - nel bene e nel male - si rappresenta.

Tipo il compagno Roberto Fico, diventato la terza caricatura dello Stato: pugno chiuso e due Giugno dedicato a rom e immigrati, mani in tasca durante l'inno d'Italia, l'autobus preso il primo giorno e poi ciao core, il pasticcio della colf pagata in nero con la scusa della malattia della compagna, qualche scivolone da ignorante tipo l'egida dell'Onu che diventa «Egidia», frasi come «i migranti non fanno pacchia» o «se ci sarebbero due aliquote». Dagli insulti all'intelligenza degli italiani si è passati a quelli contro gli elettori della Lega. Farlo nominare presidente in quota M5s è stato il primo dei tanti errori di Luigi Di Maio: mai mettere un tuo nemico in un posto che conta.

Stessi sintomi anche la compagna Laura Boldrini, degno predecessore di Fico. Il compagno al funerale di Nelson Mandela, un premio Nobel per la Pace come Aung San Suu Kyi fatta aspettare in un divanetto (c'è un video dell'Espresso), frasi sconnesse tipo «chi scrive sul blog di Grillo è un potenziale stupratore» oppure «non sapevo ci fosse tanta povertà in Italia», per commentare il suicidio di tre persone per debiti.

Buon ultimo l'ex leader di Msi, An e Fli Gianfranco Fini. Voleva fare il processo a Silvio Berlusconi con il suo «che fai, mi cacci?», ha preferito cacciarsi nei guai da solo e a processo ci è finito davvero, per gli strascichi dello scandalo legato alla compravendita della casa di Montecarlo scoperchiato dal Giornale. Oggi la «sua» destra avrebbe potuto essere egemone in Italia come in Francia e in Spagna, invece è alla sbarra con l'accusa di riciclaggio per i suoi rapporti con il re delle slot Giuseppe Corallo. Colpa del virus, cosa credete...

Ma il migliore, con la m minuscola, resta Fausto Bertinotti. Più che il regista della (seconda) caduta del governo Prodi ne è stato l'utile idiota. Di recente ha firmato uno dei tanti appelli a favore della Sinistra «contro il neoliberismo di Maastricht e il nazionalismo xenofobo e razzista delle destre». È tutto vero, non l'ha scritto Corrado Guzzanti.

È la prova che dal camerismo non si guarisce.

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