New Orleans We're Still Here Ya Bastard , «siamo ancora qui bastardi»: la scrittrice Roberta Brandes Gratz utilizza un titolo provocatorio per il suo nuovo libro in cui parla della resistenza della popolazione di New Orleans dopo la devastazione dell'uragano Katrina. Ma la gente è ancora radicata nella sua comunità o sta assumendo il nuovo volto dell'America del XXI secolo?
Torniamo a Big Easy per il decimo anniversario di una della catastrofi naturali peggiori della storia contemporanea, che ha polverizzato interi quartieri. Andando alla scoperta di come è cambiata da quel tragico 29 agosto del 2005, scopriamo una nuova realtà per Nola (questo l'acronimo della città della Louisiana), che in qualche modo affonda le proprie radici in quel tragico evento. La capitale del jazz sta vivendo una vera rinascita, tanto che secondo i dati del Census Bureau è la seconda città con la più rapida crescita di tutti gli Stati Uniti. Sono stati investiti 1,36 miliardi di dollari per ricostruire strade, parchi, e centri sociali, nel 2014 a New Orleans sono arrivati 9,5 milioni di visitatori, e in tutto sono stati creati 78mila posti di lavoro legati all'industria del turismo. In questi giorni sono in corso incontri e dibattiti per il decimo anniversario di Katrina, a cui ha partecipato anche il presidente Usa, Barack Obama: parlando dal Lower Ninth Ward, il quartiere nero più devastato dall'uragano, afferma: «Quello che era iniziato come un disastro naturale è diventato un disastro causato dall'uomo e il fallimento del governo nel proteggere i suoi cittadini». Il presidente, tuttavia, avverte che «la ricostruzione è in atto, e molto c'è da fare».
Oggi, però, Big Easy è soprattutto il centro di una nuova emigrazione, alla riscoperta di una vita a misura d'uomo e in fuga dalla corsa del lusso a prezzi sfrenati di grandi metropoli come New York e Los Angeles. A confermarcelo è proprio Roberta Brandes Gratz. La incontriamo durante la presentazione del testo in una libreria del Garden District, il quartiere «bene» della città, e ci racconta com'è la vita a New Orleans a dieci anni da Katrina. «Credo che l'espressione migliore che possiamo usare è « work in progress », un lavoro in corso - spiega - le cose vanno bene per chi si occupa di turismo, e per la gente con i soldi, mentre la situazione è molto difficile per i poveri». A suo parere, il nuovo trend che porta a Nola i pentiti dei grandi centri urbani è insieme «buono e cattivo». «L'arrivo di gente nuova che abbandona altre città diventate troppo care, tra cui la mia New York, è come l'ossigeno», sottolinea. D'altra parte, però, «questo porta ad accentuare le divisioni e le disuguaglianze». Mentre Rafael, musicista di strada che si esibisce Royal Street, nel French Quarter, oggi ad appannaggio esclusivo di alberghi e turisti, racconta che in città «c'è una nuova emigrazione, sono arrivati tanti messicani, e nel Garden District sono state vendute molte case di lusso». «Anche se così i prezzi per noi sono triplicati - aggiunge - e la gente deve darsi parecchio da fare per sopravvivere».
Per rendersene conto, basta curiosare davanti a qualche agenzia immobiliare, dove gli annunci con scritto sold (venduto) sono tanti, e la maggior parte riguardano eleganti ville coloniali da oltre 500mila dollari. Prezzi elevati per New Orleans, ma sicuramente poca cosa al cospetto degli appartamenti d'oro di Manhattan o Beverly Hills. E sono proprio i prezzi più bassi ad attirare le persone a trasferirsi, oltre ad una migliore della qualità della vita. Anche l'attore Bryan Batt, il Salvatore Romano di Mad Men , dopo nove anni ha detto addio alla Grande Mela ed è tornato con il marito nella nativa New Orleans, dove ha comprato e ristrutturato una grande villa in stile coloniale risalente al secolo scorso. Il suo esempio, ha spiegato, lo hanno seguito in tanti: «All'inizio avevamo un piccolo giro di amici di New York, ora invece è una vera comunità».
Anche altre celebrità americane hanno recentemente comprato casa nella Big Easy, da Brad Pitt e Angelina Jolie a Sandra Bullock, fino a Nicolas Cage. Mentre la sorella minore di Beyonce, Solange, è proprietaria di una boutique nel Quartiere Francese, la Exodus Goods. Ma a testimoniare la nuova anima della città ci sono anche tante persone «normali», come Mario Rodriguez, cuoco 35enne, trasferitosi da Manhattan nel 2012, che è riuscito a comprare una casa per 299mila dollari. «Un sogno - racconta - che a New York sarebbe rimasto solo un miraggio».
Il finanziamento in dollari per ricostruire parchi, strade e centri sociali nella città di New Orleans
Il numero di posti di lavoro che sono stati creati in settori legati all'industria del turismo locale
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