Andrea Cuomo
Se per combattere un linfoma o la leucemia abbiamo oggi armi più affilate un po' di merito è anche suo. Di Franco Mandelli, ematologo bergamasco ma romano di adozione, morto ieri nella capitale a 87 anni. Era nato infatti a Bergamo il 12 maggio 1931. La notizia è stata data ieri mattina è stata l'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma Onlus (Ail), da lui fondata. «Addio al nostro presidente professor Franco Mandelli, una vita dedicata alle malattie del sangue e alla solidarietà», il messaggio su Facebook dell'associazione per la quale Mandelli aveva escogitato numerose campagne e anche la partita del cuore che da anni si svolge allo stadio Olimpico di Roma.
Con Mandelli muore un clinico, uno scienziato, un manager, un catalizzatore di idee, di persone e di risorse, ma soprattutto un uomo impegnato a porre il malato in quanto persona al centro della sua ricerca. Laureatosi alla Statale di Milano con il massimo dei voti, dopo alcune libere docenze e un periodo di studio a Parma si concentra sullo studio dei tumori del sangue con l'ematologo Jean Bernard; diventa nel 1968-69 professore di Ematologia dell'Università Sapienza di Roma e dal 1975 al 2006 dirige la Scuola di Specializzazione in Ematologia dell'ateneo romano. La sua vera intuizione è quella di rivoluzionare, nel corso degli anni Settanta, il reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I, aprendo il primo day hospital e facendone un centro di riferimento italiano per le malattie del sangue, qual è tuttora. Fonda anche il Gimema, il gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto e il primo centro pubblico per il trapianto di midollo osseo, sempre a Roma. Mandelli è noto per la ricerca sulle leucemie, in particolare quelle acute, e i linfomi, in particolare quello di Hodgkin. Mandelli era noto anche per la sua attività solidale: ha promosso numerose campagne per raccogliere fondi a favore delle leucemie e per finanziare la ricerca scientifica. Accademico dei Lincei, ha ricevuto ne corso della sua carriera numerosi tra premi e onorificenze, tra i quali il Cavalierato di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana e la medaglia d'oro al merito della sanità pubblica. Luminare ma anche umile, amava dire che «il vero dottore è il medico condotto di un tempo, che doveva occuparsi di tutto anche se non poteva sapere tutto, aiutato in questo dal rapporto d'amore con i propri pazienti. Ecco, è questo il vero dottore, uomo di scienza ma soprattutto di coscienza».
A ricordare Mandelli ha voluto pensare in prima persona il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo cui «la sua testimonianza di vita figura a buon diritto fra gli italiani che hanno contribuito a rendere
migliore la nostra società». La ministra della Salute Giulia Grillo parla di «un vuoto incolmabile nel mondo della medicina e della ricerca italiana» e di «un uomo, non solo uno scienziato, la cui eredità non va dispersa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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