"La vittima mai vista prima. Colpo al potere economico"

Dentro la "lucida follia" di Vincenzo Lanni, con un disturbo schizoide. La rabbia maturata per il lavoro perso e l'uscita dalla comunità

"La vittima mai vista prima. Colpo al potere economico"
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La follia ragiona accuratamente e segue una logica, seppur personalissima e chiaramente assai discutibile. "Ero arrabbiatissimo con chi mi aveva appena cacciato dalla comunità dove stavo da circa 5 anni. E dal 2015 ce l'ho con chi mi licenziò facendomi perdere il lavoro. La vittima di piazza Gae Aulenti? Mai vista prima, non la conoscevo, l'ho scelta a caso, volevo colpire nel centro del potere economico qualcuno che rappresentasse quell'ambiente e quello status e l'ho fatto". Questo in sostanza quanto ha dichiarato l'altra notte in procura, davanti al pm Cristina Ria, Vincenzo Lanni, il 59enne bergamasco che lunedì mattina in piazza Gae Aulenti (zona Porta Nuova, pieno centro città) ha ferito gravemente una manager milanese di 43 anni, Anna Laura Valsecchi, spuntando alle spalle della donna all'improvviso e infilandole un coltello da cucina con una lama lunga 30 centimetri nel fianco sinistro. Lanni, arrestato per tentato omicidio e porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere, soffre di un disturbo schizoide della personalità e la sua capacità di intendere e di volere risulta fortemente compromessa dall'ormai lontano 2012, cioè da quando venne licenziato dall'azienda per cui lavorava in qualità di programmatore elettronico. Un evento questo che lo ha destabilizzato segnando una sorta di spartiacque definitivo nella sua esistenza che da allora ha preso un brutta china e lo ha spinto a litigare violentemente, finendo per non parlarle più, con la sorella gemella, sua unica parente in vita. È stata lei che lunedì pomeriggio l'ha riconosciuto dalle immagini diffuse in tivù e sui siti online del feroce raid tra i grattacieli milanesi e l'ha "consegnato" ai carabinieri. Qualche ora dopo, intorno alle 20, quindi, l'arresto dei carabinieri all'hotel Mondial, un due stelle a pochi passi dalla stazione Centrale, in via Vitruvio, dove Lanni aveva preso una stanza da giovedì quando si era allontanato dalla comunità "4Exodus" di Villadosia, una frazione di Casale Litta, nel Varesotto.

Si scopre così che a Lanni era stato diagnosticato il disturbo psichico proprio dopo che, nell'agosto di dieci anni fa, aveva accoltellato due anziani a Villa di Serio e ad Alzano, nelle sue terre. In ospedale finirono due pensionati. All'epoca l'uomo era incensurato e, mentre i carabinieri lo cercavano, passava il suo tempo al parco della Rocca in Città Alta, a Bergamo. Davanti agli investigatori dell'Arma - che lo arrestarono dopo averlo incastrato anche allora grazie alle immagini ricavate dalle telecamere di sorveglianza - ammise che se non fosse stato catturato avrebbe ucciso delle donne e che aveva aggredito i due anziani come reazione al "profondo stato di frustrazione" che provava per la sua vita definita "fallimentare" dopo aver perso il lavoro. Un dolore così straziante che lo aveva spinto - lui, scacchista accanito e provetto - a smettere persino di frequentare il Circolo Excelsior di Bergamo (era iscritto dal 1999) con il quale dal 2004 aveva partecipato a 41 tornei. In tasca i carabinieri gli trovarono un cavo per le cuffie dell'iPod: Lanni affermò che lo avrebbe stretto come un laccio per strangolare la prima donna sola che avrebbe incontrato per strada, indifesa, vulnerabile.

Subito dopo, però, si dichiarò pentito. Affermò di non sapere cosa gli fosse scattato: "Non sono un violento, non ho mai fatto del male a nessuno". E scrisse persino una lettera agli anziani feriti: "Non ero in me stesso, chiedo scusa anche perché ho colpito persone che potevano essere i miei genitori". Riconosciuta la sua parziale capacità d'intendere e di volere Vincenzo Lanni venne condannato a otto anni di carcere più tre di comunità di recupero, una Rems, struttura di riabilitazione per condannati con problemi mentali.

Lunedì, poco più di dieci anni dopo, l'uomo ci ha riprovato.

La vittima aggredita di spalle, sempre la medesima tecnica: unico fendente al fianco sinistro sferrato con un coltello da cucina dalla lunga lama (quella del 2015 misurava 23 centimetri) e tenuto con la mano sinistra, da vero mancino.

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