La vittoria dei sordi, finalmente Conte parla con l'interprete Lis

Dopo giorni di mobilitazione i sordi vincono la loro battaglia, e Conte va in diretta Facebook con l'interprete in Lis. Ma per i non udenti i numeri dell'emergenza rimangono inutilizzabili e non ci sono interpreti in corsia

La vittoria dei sordi, finalmente Conte parla con l'interprete Lis

"Ha visto? Ce l'abbiamo fatta, finalmente il presidente Conte ha reso accessibili i suoi comunicati alla nazione anche ai sordi". Giuseppe Petrucci, presidente nell'Ente Nazionale Sordi (Ens), mi contatta su Whatsapp attorno alle 19. Da pochi minuti si è conclusa la nuova diretta Facebook del premier Conte. Una diretta che anche la comunità dei non udenti ha potuto seguire in tempo reale. Petrucci è soddisfatto. Il suo appello è stato finalmente accolto.

Da giorni, infatti, in numero uno dell'Ens chiede che "la Lingua dei Segni entri a far parte dell'emergenza coronavirus". Come? Affiancando al capo dell'esecutivo un interprete in Lis. Un'accortezza che sarebbe servita a non emarginare migliaia di persone: i non udenti in Italia sono circa 250mila, di cui 60mila sono sordi profondi. Nelle settimane dell'emergenza coronavirus, loro, sono stati tagliati fuori dalle comunicazioni ufficiali. Non hanno avuto accesso alle informazioni essenziali, informazioni che riguardano la salute pubblica e che tanto stanno incidendo sulla quotidianità di ognuno di noi. Una vergogna sconosciuta nel resto d'Europa, come dimostrano i discorsi con traduzione simultanea in Lis del premier francese Emmanuel Macron e del suo omologo spagnolo Pedro Sànchez. Oggi tutto questo è un ricordo. Finalmente a Palazzo Chigi hanno arruolato un'interprete: Susanna Di Pietra.

"Possiamo ritenerci soddisfatti - scrive Petrucci - perché siamo riusciti a far sentire la nostra voce, ringraziamo il presidente del Consiglio per averci ascoltati". Rimangono però delle questioni urgenti da risolvere. Sinora la comunità dei non udenti sembra non sia ancora stata toccata dal virus, ma se dovesse accadere? "Sarebbe un disastro - spiega Petrucci - perché solo in quattro regioni su venti è stato attivato un servizio ponte per metterli in contatto con i numeri di emergenza, nelle regioni dove questo servizio non esiste i sordi posso contare solo sull'aiuto dei familiari, se ci sono, o dei nostri volontari". "E in caso di ospedalizzazione - aggiunge - non ci sono interpreti in corsia, poiché non c'è personale medico e paramedico formato per comunicare con loro, nonostante l'Italia abbia aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità".

La richiesta, quindi, è di "attivare con urgenza dei protocolli emergenziali a sostegno delle persone sorde, in modo da garantire anche a loro un'assistenza sanitaria adeguata". Insomma, se le nostre istituzioni hanno fatto un passo in avanti nel sentiero dell'inclusione, ancora tanta è la strada da fare. "Meglio tardi che mai", è il commento della deputata di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, prima firmataria del testo di legge per il riconoscimento della Lis, bloccato in Parlamento da mesi.

"Ci auguriamo che dopo essersi resi conto della necessità di un interprete, l'Unità di crisi e Palazzo Chigi si attrezzino con un servizio che faccia da ponte tra sordi e numeri di emergenza, garantendogli in caso di ospedalizzazione la doverosa assistenza", conclude.

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