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"La vittoria sarà di tutta la coalizione. Salvini? Grazie per la fiducia in me"

Il governatore leghista: "D'accordo con Berlusconi sul porto di Trieste che non deve finire agli stranieri, ma le scelte fatte ci tranquillizzano"

"La vittoria sarà di tutta la coalizione. Salvini? Grazie per la fiducia in me"

Presidente Massimiliano Fedriga, lei è il grande favorito delle regionali in Friuli Venezia Giulia del 3 e 4 aprile, il punto è: la sua vittoria sarà del centrodestra, della Lega o personale?

«Sarà della squadra che mi appoggia».

Intende della coalizione di maggioranza?

«Della coalizione di centrodestra, di tutti i partiti che mi sostengono, delle liste civiche».

Ecco, lei ha puntato su una lista autonoma, come Zaia in Veneto e Fontana in Lombardia, scelta che potrebbe penalizzare la lista del Carroccio. Non è un rischio?

«No, la lista Fedriga presidente vuol essere complementare alle altre, non competitiva o sostitutiva, vuole attrarre gli elettori che non si riconoscono nei partiti nazionali ma che hanno apprezzato la mia azione amministrativa. È un modo per ampliare il consenso».

Quest'elezione pesa sugli equilibri della coalizione di governo e bisogna ricordare che a settembre in FVG Fratelli d'Italia arrivò al 31 per cento, staccando la Lega di oltre 20 punti. Ora che succederà?

«È sbagliato pensare che ogni tornata elettorale locale determini gli equilibri nazionali, ora si vota il presidente della regione FVG e il consiglio regionale. Io rispetto i cittadini che esprimono il loro voto in relazione a questo particolare territorio».

Lei è considerato, malgrado le dichiarazioni di fedeltà a Salvini, il principale antagonista interno: si prepara ad altri 5 anni da governatore per fugare le voci di una scalata sulla scena nazionale?

«Ho detto più volte di aver letto sui giornali cose su di me che non immaginavo nemmeno. Abbiamo un segretario che gode la fiducia di tutto il movimento e ringrazio la Lega per la fiducia che ha avuto in me».

Salvini pronostica una vittoria con almeno il doppio dei voti dei competitor di sinistra, altri dicono che l'unico dubbio è se si avvicinerà al 60 o al 70%: il suo obiettivo qual è?

«Cercare la riconferma, saranno i cittadini a decidere e io aspetto il loro giudizio. Ogni partita si gioca fino alla fine e il risultato si conosce solo al fischio che la chiude».

Per lei Elly Schlein è una novità poco preoccupante, anche il primo esperimento di coalizione con il M5S sarà ininfluente?

«Parliamo di elezioni regionali. Io rispetto i processi democratici interni alle altre forze politiche e non credo che questa sia una prova nazionale per la nuova segretaria dem. Rilevo, però, che il Pd ha scelto di radicalizzarsi a sinistra, allontanandosi ancor più dalla mia visione del mondo».

Berlusconi ha ricordato i problemi di infrastrutture della regione, in particolare per l'alta velocità e ha detto che il porto di Trieste non dev'essere lasciato in mani cinesi. È d'accordo?

«Non solo sono d'accordo ma le scelte già fatte ci tranquillizzano sul fatto che non c'è nessun pericolo di investimenti che consegnino parti del porto a stranieri. Quanto al resto, le precedenti amministrazioni hanno voluto far uscire la regione dall'alta velocità ma grazie al nostro intervento siamo uno dei territori più forti nella piattaforma logistica europea. Sull'aeroporto, nei prossimi 5 anni raddoppieremo le connessioni con destinazioni nazionali e internazionali e a fine estate avremo nuovamente il collegamento Trieste-Linate».

Lei si è rammaricato di non aver potuto attuare la riforma sanitaria per la pandemia. Ora è una priorità?

«Non c'è dubbio, purtroppo la pandemia ha rallentato l'applicazione della riforma approvata e oggi questo problema si complica per la mancanza sul piano nazionale di medici, infermieri e operatori sociosanitari sanitari. Stiamo affrontando le questioni di carenza del personale con il governo, in un tavolo con la titolare dell'Università Bernini e in un altro con il ministro della Salute Schillaci.

Alla sinistra, che in questi giorni manifesta per la sanità, ricordo che quando governava ha tagliato fino a 25 milioni i fondi per i dipendenti della sanità pubblica, che noi invece abbiamo aumentato fino a 100 milioni».

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