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Quel vizietto dei vertici notturni

La stampa parlamentare: impossibile sapere cosa decide il governo

Quel vizietto dei vertici notturni

Hanno rovesciato anche l'adagio. Non è più la notte che «porta consiglio», ma sono i loro consigli (dei ministri) a essere convocati di notte malgrado non portino a niente. E infatti l'ultimo lo hanno celebrato ieri notte, non perché i dossier gli fanno perdere il sonno, ma solo per evitare che i giornalisti elenchino tutti gli insuccessi della sera precedente. Attenzione, non è lo sfogo isolato di Teresa Bellanova, ministro che il 16 ottobre, consiglio numero nove, orario di apertura 23.02, aveva rivelato che Giuseppe Conte «ci vuole così prendere per sfinimento». Da ieri è una protesta formale dell'ordine dei giornalisti del Lazio e della Associazione stampa parlamentare che, di fronte a un altro cdm previsto in notturna, hanno invitato il premier e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, «a considerare che le continue convocazioni dei consigli dei ministri a sera inoltrata rendono molto complicato lo svolgimento del lavoro giornalistico e impediscono una completa informazione». In realtà, non lo rendono complicato ma impossibile, salvo fermare le tipografie, e in parte lo rendono superfluo dato che, di mattina, una nuova lite supera la lite della sera.

Non ci sono solo i cdm crepuscolari, e in ogni senso. A questi vanno aggiunti i vertici di governo pure questi fissati rigorosamente dopo cena in modo da favorire la digestione degli scontri, evitare il reflusso provocato dalle ideologie innaturalmente mescolate da questo governo. Il 30 gennaio? Vertice alle 22:15 e comunicato «remiamo tutti nella stessa direzione». Il problema è sapere quale. Il 17 dicembre? Vertice finito a 00:16. C'è perfino chi ci scherza come il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Siamo quelli della notte». Il problema è che di mattina evitano le conferenze e non per non mostrare le occhiaie, ma perché confidano che la luce scacci i fantasmi che si aggirano a Palazzo Chigi.

Passiamo allora ai cdm. 24 gennaio? Si dibatte del cuneo fiscale e l'argomento meriterebbe la freschezza che solo una felice dormita può garantire. E invece la riunione si apre alle 21.30. Stessa cosa il 16 dicembre e poi il 15 (21.20). Il 13, dato che sono compattamente divisi, si sono dati appuntamento alle ore 22 perché c'era da salvare la Banca Popolare di Bari e forse anche il governo (la solita Italia Viva non partecipa). A ottobre, premier e ministri, hanno oltrepassato il normale momento camomilla. Il 22 ottobre alle 23.23 mentre il 16 ottobre, come si diceva sopra, hanno cominciato alle 23.02 per finire alle cinque.

Odg del Lazio e Asp parlano di oltre venti tra vertici e cdm e sempre nella fascia radiofonica «ascolta, si fa sera» e nel conto non vengono inseriti i vertici convocati e sconvocati che sono un'altra scappatoia. Ripetiamo, magari fossero incontri risolutivi, magari fosse eccesso di lavoro! No.

Sono solo cdm e vertici alla melatonina.

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