Spiragli di luce in fondo al tunnel. Non solo bollettini di guerra, ma anche buone notizie che autorizzano un briciolo di buon umore in questa fase acuta dell'emergenza coronavirus che sta paralizzando il Paese. Due note positive in particolare, la prima arriva da Vo' Euganeo, il comune padovano prima zona rossa insieme a Codogno a finire in quarantena, dove da venerdì non si registrano nuovi casi di positività. La cittadina dove è stata registrata la prima vittima veneta, uscita dall'isolamento domenica scorsa, non è più la Wuhan italiana. «Abbiamo applicato la quarantena con grande senso di responsabilità e fatto due screening a cui ha aderito il 95 per cento della popolazione», racconta soddisfatto il sindaco Giuliano Martini.
Ma è soprattutto la seconda notizia ad accendere le speranze di chi sta in trincea, personale sanitario e malati: a Roma, due farmaci utilizzati all'ospedale Spallanzani per curare i pazienti contagiati, stanno dando risultati positivi. Come certificato anche dai nove medici della Croce rossa cinese, arrivati due giorni fa per aiutarci: «I colleghi hanno fatto un ottimo lavoro». Hanno visitato l'Istituto nazionale per le malattie infettive, dove hanno incontrato la coppia di connazionali guariti ma ancora ricoverati nella struttura dove si registra una crescita dei casi contenuta e dove 315 pazienti hanno superato la fase clinica e sono stati dimessi dopo essere risultati negativi, gli ultimi 26 ieri, rimandati a casa o trasferiti alla Cecchignola, mentre dei 99 positivi 17 hanno bisogno di supporto respiratorio.
I due cinesi sono stati curati con il remdesivir, un farmaco antivirale usato per l'Ebola, che si sta dimostrando efficace contro il Convid-19, riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità come promettente contro il coronavirus. «Il trattamento usato dai medici dello Spallanzani è stato più che positivo perché non ci sono state complicazioni», hanno sottolineato i medici cinesi che questo virus lo hanno combattuto e (quasi) sconfitto prima di noi. I riscontri ottenuti sono stati tali che l'Agenzia italiana del farmaco procederà alla sperimentazione dei farmaci a base di remdevisir, ma anche di quelli a base di tocilizumab, un medicinale anti-artrite utilizzato con successo all'Ospedale Cotugno di Napoli su due pazienti gravi Covid-19, ma anche in Cina, con risultati incoraggianti. Pure lo Spallanzani lo sta usando e i riscontri sono positivi, come spiega il direttore sanitario, Francesco Vaia: «Stiamo somministrando il tocilizumab a otto pazienti affetti da insufficienza respiratoria». Il tocilizumab è un farmaco utilizzato per l'artrite reumatoide.
In alternativa, a seconda delle criticità, si fa ricorso all'antivirale remdesivir, che non è ancora approvato per uso terapeutico e viene fornito per uso compassionevole, come è stato fatto il mese scorso sui due pazienti cinesi, guariti dopo aver attraversato una fase critica. Anche il Veneto lo sta sperimentando, insieme al Sacco di Milano: «Incrociamo le dita. In una decina di giorni dovremmo avere già i primi risultati sui test condotti su pazienti», annuncia il governatore Luca Zaia.
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