Cronache

"Voglio donare plasma". La corsa dei guariti per aiutare la banca Avis

Nel Mantovano trenta chiamate al giorno. La sperimentazione si conclude a fine mese

"Voglio donare plasma". La corsa dei guariti per aiutare la banca Avis

Il «cantiere» per costruire la banca con il plasma dei pazienti guariti si muove a grandi passi. Dall'ospedale di Mantova, dove è in corso una delle sperimentazioni chiave, arrivano notizie rincuoranti. E sembra che il liquido iperimmune estratto dal sangue abbia avuto effetti più alti delle aspettative anche su pazienti anziani in condizioni gravissime. Tanto che è bastata la somministrazione di una dose (650 ml) per veder migliorare il quadro clinico.

Anche l'Avis è già al lavoro. «Stiamo ricevendo molte chiamate, una trentina al giorno - spiega Elisa Turrini, presidente provinciale dell'associazione dei donatori di Mantova - Sono i pazienti guariti che, pur non essendo iscritti all'Avis, ci chiamano per avere informazioni e sapere come e quando possono essere utili per donare». Già da un anno, ben prima dell'emergenza Covid, l'Avis ha lanciato la campagna plasma, puntando a raddoppiare le donazioni in un anno da 3mila a 6mila sacche solo nel mantovano. Ora l'appello diventa ancora più importante e saranno i volontari dell'associazione a effettuare lo screening sui pazienti per testare la sicurezza del plasma. Che ovviamente può essere donato dai pazienti guariti a meno che non abbiano fatto viaggi «sospetti» all'estero negli ultimi mesi o non siano già affetti da altre patologie croniche, come epatite o diabete.

«Una volta verificata l'organizzazione - spiega il presidente di Avis regionale Lombardia, Oscar Bianchi - l'auspicio è coinvolgere tutti i 276mila donatori. Auspichiamo che sia possibile creare un database di potenziali donatori di plasma iperimmune da contattare in caso di necessità. Si tratta di un protocollo in cui crediamo molto e che sosterremo con una raccolta fondi dedicata e con tutti i mezzi a nostra disposizione, perché il Covid è un nemico ancora troppo sconosciuto».

Lavori in corso anche nella provincia di Lodi, la più colpita dall'epidemia. Il progetto prevede, a partire da oggi, una prima fase di screening con prelievo di sangue, per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti, dei circa 2.500 donatori di sangue abituali, volontari, periodici, e residenti nella zona rossa. Successivamente il metodo verrà esteso ad altri centri di raccolta Avis in Lombardia. Il Laboratorio di Virologia molecolare del policlinico San Matteo di Pavia, diretto da Fausto Baldanti, effettuerà i test quantitativi sui prelievi di sangue di Lodi e Mantova per misurare il valore degli anticorpi neutralizzanti (che impediscono al virus di replicarsi) e per individuare i soggetti a cui chiedere una donazione. Entro la fine di aprile arriveranno i risultati ufficiali degli studi clinici in corso.

«Quella sul plasma è una sperimentazione importante - spiega il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola - che potrebbe aprire nuovi scenari nella gestione, diventata ormai urgente, dell'infezione». Altre sperimentazioni sono in corso in Puglia e in Toscana, dove sabato scorso sono stati arruolati i primi pazienti guariti.

Lo studio ha ottenuto il via libera dal Centro nazionale sangue, che ha autorizzato protocolli di selezione dei donatori, e può contare sull'adesione dei donatori di Toscana, Lazio, Campania, Marche, Umbria e sanità militare.

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