Guerra in Ucraina

"Voi circondati, arrendetevi". Il mitragliere di Lugansk spara dépliant agli ucraini

Siamo sul lato meridionale dell'ampio fronte lungo il quale truppe russe e milizie indipendentiste di Lugansk stringono il cerchio intorno a Severodonetsk e ai difensori ucraini

"Voi circondati, arrendetevi". Il mitragliere di Lugansk spara dépliant agli ucraini

Il Mi 28 spunta da dietro la collina e scende sfiorando le cime degli alberi. D'un tratto quattro fiammeggianti scie bianche staccatesi dai suoi fianchi superano l'elicottero, divorano la pianura e piombano, in un diluvio di fumo e fiamme, sulla conca, coperta dalla boscaglia, quattro chilometri più avanti. «Quella è Zalatoya - spiega Ayrton - lì dove cadono i missili ci sono le posizioni della 24ma brigata ucraina e quelle di alcuni battaglioni nazionalisti come il Tornado, il Donbass e l'Haider. In tutto sono più di 4mila soldati. Sono praticamente circondati, e noi stiamo cercando di farglielo capire».

Siamo sul lato meridionale dell'ampio fronte lungo il quale truppe russe e milizie indipendentiste di Lugansk stringono il cerchio intorno a Severodonetsk e ai difensori ucraini. Ayrton, un ufficiale di artiglieria di Lugansk, ci accompagna verso il crinale dove un pezzo semovente da 122 millimetri ha preso posizione tra gli alberi. Mentre Ayrton risale la postazione tre serventi scaricano dalle casse alcune ogive color vermiglio e le portano a spalla verso il pezzo. «Questi non sono come gli altri - spiega Ayrton - dentro invece della carica esplosiva hanno 800 volantini ciascuno. Li facciamo esplodere a 400 metri di altezza, così grazie al vento distribuiscono il carico su un area di quattro chilometri quadrati. In pratica ogni soldato ucraino può leggerli e decidere la propria sorte».

Il volantino a colori stampato su entrambi i lati è un invito alla resa simile a quello di dannunziana memoria lanciato su Vienna nell'agosto 1918. «Soldati e ufficiali - recita il manifestino - le basi della 57ma e della 115ma brigata sono completamente distrutte, gran parte dei vostri comandanti sono già fuggiti e le vostre retrovie sono sotto il tiro della nostra artiglieria. Non riceverete più né rinforzi, né rifornimenti. Continuando a resistere andrete solo incontro a morte certa. L'ultima possibilità di salvezza che vi rimane è la fuga o la resa. Zelensky vi ha mandato allo sbaraglio ed è pronto a tradirvi come ha fatto con il battaglione Azov a Mariupol». A sinistra di quell'invito una dettagliata mappa indica le postazioni ucraine contrassegnate da bandierine giallo-blu circondate da soldati e carri armati con i colori di Mosca e dell'autoproclamata Repubblica di Lugansk. «Ormai - ripete Ayrton - sono chiusi in una sacca, fatta eccezione per un varco nella zona di Zievest sul lato Ovest dove resta aperta un via di fuga. Da lì possono guadagnare le nostre postazioni e consegnare le armi senza nulla temere, ma devono sbrigarsi perché fra poco quella possibilità si chiuderà».

Le modalità della resa sono spiegate sul lato opposto del depliant. In alto, a destra c'è un numero di telefono di Lugansk (+380725096116) collegato a Viber, WhatsApp, Telegram e Signal, attraverso cui gli ufficiali possono concordare la capitolazione delle proprie unità. Più sotto ci sono, invece, le modalità per una resa in quattro mosse riservate a soldati semplici e a sottufficiali. «Estraete il caricatore, mettete il mitragliatore sulla spalla sinistra, alzate le mani e avanzate lentamente verso le nostre postazioni con le mani in altro sventolando questo volantino oppure uno straccio bianco». Mentre Ayrton conclude la spiegazione il semovente incomincia ad armeggiare. «La principale difficoltà - spiegano gli artificieri - è tarare la carica per granate molto più leggere di quelle convenzionali». Ma per gli ucraini è ancor più difficile realizzare la differenza tra i proiettili latori di quella propaganda in stile vagamente dannunziano e le granate in partenza dalle altre postazioni di artiglieria intente, ben più prosaicamente, a farli a pezzi. Anche perché, vista l'assenza di fuoco di risposta, gran parte dei soldati di Kiev sembra trincerato dei bunker. Comunque sia i volantini sparati dalle postazioni di Toskuka rappresentano un investimento capace di garantire frutti preziosi.

Una capitolazione concordata risparmierebbe a russi e alleati la sofferta replica di un assedio di Mariupol costato troppo sangue e troppi morti. Senza contare che - nelle speranze di Mosca e Lugansk - i volantini possono accelerare defezioni e diserzioni. Da giorni, infatti, molte unità ucraine allo stremo chiedono a Zelensky il permesso di arrendersi.

L'offerta nemica può dunque accelerare le loro decisioni inducendole a non attendere oltre le risposte dei propri comandi.

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