"Ottenuti i posti, cominciano a colpire...". Nel Pd volano gli stracci

Nel Pd aumenta la tensione in vista dell’assemblea del 13 e 14 marzo. Base Riformista chiede che si svolga un "congresso vero"

"Ottenuti i posti, cominciano a colpire...". Nel Pd volano gli stracci

Non c’è pace in casa Pd. Le nuove fibrillazioni che si registrano in queste ore tra le correnti dem sono legate all’assemblea che si terrà il 13 ed il 14 marzo. Non è più un mistero che a sfidare l'attuale segretario Nicola Zingaretti ci sia il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Quest’ultimo potrebbe contare sull’appoggio degli ex renziani di Base riformista. Una mossa politica non di poco conto.

Perché qualcuno ipotizza che con l’elezione di Bonaccini l’ex rottamatore ed i suoi uomini potrebbero ritornare tra le fila dem. Nelle chat Pd, ha spiegato Tpi, girerebbe addirittura già il nome, ovviamente satirico, della mozione pronta a sostenere il governatore dell’Emilia Romagna: "Torna a casa Renzi". Del resto già la scorsa estate Bonaccini aveva detto al direttore di Tpi, Giulio Gambino, di non avere nulla in contrario al rientro di Renzi nel Pd. I giochi sono più aperti che mai. Bonaccini sembra essere più che deciso a soffiare il posto a Zingaretti ma il governatore del Lazio, forte anche dei numeri dalla sua parte, pare deciso a combattere fino alla fine.

Ma la contrapposizione tra le correnti non fa che alimentare tensioni e scontri. Il tutto, per di più in un momento di difficoltà per i dem certificato da un sondaggio realizzato da Swg presentato nel corso di Tg La7. Secondo la rilevazione, infatti, in caso in cui l’ex premier Giuseppe Conte dovesse diventare il capo politico del M5s il Pd perderebbe il 4,3% diventando, così, il quarto partito italiano con il 14,2%.

La situazione per i dem non è semplice. E pare destinata a complicarsi. Perché gli scontri tra correnti in vista dell’assemblea, che deciderà se e quando celebrare l’eventuale congresso, stanno aumentando. "Ottenuti i posti nel governo, ora cominciano a colpire la segreteria". Questo è quello che si pensa al Nazareno, secondo quanto riporta ancora Tpi, a proposito di Base Riformista subito dopo la riunione tenutasi ieri della corrente di minoranza interna del Pd, che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, dove si è ribadito la necessità di fare un "congresso vero".

Prima però c’è da affrontare un problema non da poco: l’assemblea convocata per il 13 e 14 marzo. Soltanto in quella sede si potrà decidere il futuro del Pd, ovvero i tempi e i modi della discussione interna. E qui gli oppositori dell’attuale segretario dem incontreranno ostacoli. "I numeri sono numeri", hanno spiegato ambienti vicini a Zingaretti. A meno di clamorosi colpi di scena, come un cambio di campo di Dario Franceschini, non ci dovrebbe essere partita, con buona pace di chi vorrebbe disfarsi del leader Pd. Nella conta in assemblea, infatti, Zingaretti dovrebbe contare su solidi numeri.

In questo caso non si può escludere che Base Riformista possa uscire dalla segreteria Pd. Se così fosse tra i dem non vi sarebbero molti rimpianti.

D’altra parte, i più vicini a Zingaretti avrebbero spiegato che fu grazie a loro che gli esponenti di Base Riformista entrarono in segreteria anche se da statuto (i componenti di questo organo spettano alla maggioranza uscita vittoriosa dal congresso) non vi era un obbligo in tal senso. Insomma, gli esponenti di Base Riformista sono avvertiti: se vogliono uscire dalla segreteria lo possono fare. Che questo sia un vantaggio per il Pd lo si potrà vedere solo in futuro.

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