Spunta il volantino nel plico per il voto all'estero: Pd sotto accusa

Grillo pubblica sul suo blog un video in cui si denuncia la presenza di un volantino del Pd all'interno di una busta inviata all'estero per votare. I dem promettono battaglia legale

Spunta il volantino nel plico per il voto all'estero: Pd sotto accusa

Continuano ad arrivare segnalazioni di anomalie relative al voto per le elezioni politiche italiane all'estero. In un video diffuso sui social viene mostrato un volantino del Pd inserito all'interno della busta contenente le schede per votare. Naturalmente il filmato, di cui andrà stabilità la veridicità, ha scatenato un autentico putiferio, portando a un duro scontro fra Partito democratico e Movimento 5 Stelle.

Perchè? L'attivista che denuncia il ritrovamento del manifesto piddino sarebbe un attivista del Movimento 5 Stelle. E lo stesso padre dei grillini Beppe Grillo ha preso parte alla vicenda, pubblicando il filmato sul proprio blog.

Ma vediamo cosa è successo. Nel video l'attivista mostra una busta che sembra effettivamente quella contenente le schede per il voto. Tale busta, spiega il soggetto, è stata inviata alla compagna, residente all'estero. Nel plico, aperto in diretta per mostrare poco per volta tutto il contenuto, si trovano i documenti relativi al voto, la scheda con pochissimi partiti da votare (alcuni simboli non figurano, e se qualcuno volesse votarli, non potrebbe farlo), una busta per inviare tutto in Italia una volta effettuata la votazione e, infine, un volantino del Pd, in cui si invita ad apporre una X sul nome di Crisanti. "Una cosa da denuncia, di queste me***", commenta l'attivista alla fine del video.

Il Partito democratico ha respinto ogni accusa, parlando addirittura di fake news. Anche Grillo, a onore del vero, esprime qualche perplessità: "Se fosse vero, ciò che si afferma nel video sarebbe una truffa alla luce del sole".

Del resto, la busta è già aperta al momento del filmato. Nulla avrebbe impedito alla persona che denuncia il fatto di inserire il volantino prima di iniziare la registrazione. Ecco perché un simile fatto deve essere per prima cosa verificato.

Dal Pd, intanto, promettono battaglia legale. E chiedono al padre dei grillini di scusarsi. "Grillo usa un metodo calunnioso insopportabile, ancor più grave per le conseguenze delle sue affermazioni: da lui pretendiamo le scuse immediate e la esplicita affermazione che si tratti di un video falso e diffamatorio" tuonano i dem, come riportato da Open.

Vedremo quali saranno gli sviluppi.

Oltre alla denuncia presentata alla Polizia postale, il Pd si dice pronto a richiedere anche l'intervento dell'AgCom. Sul blog di Beppe Grillo, intanto, la pagina in cui era mostrato il video non è più visualizzabile.

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