Voleva cancellare le prove «Formatta il computer» Ma era intercettato dai pm

L'ordine del sindaco all'amico avvocato appena avuto sentore dell'indagine. Il Gip: «Gestione illecita»

Luca Fazzo

nostro inviato a Lodi

Se Simone Uggetti, sindaco Pd di Lodi e renziano di ferro, avesse deciso di dimostrare al mondo che aveva ragione Piercamillo Davigo non poteva fare di meglio. Perché negli stessi giorni in cui il nuovo presidente dei magistrati italiani lanciava i suoi strali contro «i politici che rubano e non si vergognano», sollevando un mare di polemiche, il primo cittadino di questa città grassa e concreta ne combinava una dopo l'altra. Non solo truccando la gara d'appalto per la piscine comunali, e facendolo nel modo più maldestro possibile. Ma soprattutto facendosi poi intercettare mentre, raggiunto dalle avvisaglie dell'inchiesta, si dedicava a ripulire il suo computer dalle tracce del trucco: «La cosa che possiamo fare è formattare il pc tanto hai un po' di tempo per farlo eh», dice all'amico Cristiano Marini, avvocato della società vincente. Risultato inevitabile: li arrestano ieri mattina e li portano in carcere. E altrettanto prevedibili, in questi tempi di polemiche aspre tra politica e toghe, sono le parole che il giudice preliminare Isabella Ciriaco riserva a Uggetti nell'ordinanza di custodia: lo definisce «personalità abbietta», e dice senza giri di parole che ne avrà sicuramente combinate delle altre: «La personalità negativa dei due imputati come emergente dalle indagini porta a ritenere con decisa verosimiglianza che gli stessi abbiano potuto sistematicamente gestire la cosa pubblica con modalità illecite commettendo reati contro la pubblica amministrazione».

Non è uno qualunque, Uggetti. Il sindaco prima di lui era Lorenzo Guerini, oggi portavoce e vicesegretario del Pd: in pratica, l'uomo che manda avanti il partito per conto di Renzi. All'ombra di Guerini il giovane Uggetti è cresciuto fino ereditarne la fascia tricolore. Insomma, non un sempliciotto di provincia. E proprio per questo appare tanto più surreale la leggerezza con cui porta avanti la decisione presa fin dall'inizio: fare sì che le due piscine scoperte comunali restassero anche per i prossimi sei anni nelle mani di chi le aveva gestite e ci aveva fatto i soldi (un utile netto di 100mila euro solo l'anno scorso) e insieme ai quattrini ha raccolto iscritti, relazione, potere. Sono quelli dei Wasken Boys, la società di nuoto lodigiana da sempre protetta dal giro di Uggetti. Rimettere le piscine in mano alla Wasken sarebbe spudorato («Wasken ha un nome che spesso l'opinione pubblica strumentalizza nel senso di dire sono i soliti noti favoriti dal Comune eccetera», dice un indagato). E allora salta fuori una società di facciata, la Sporting Lodi, che partecipa alla gara, pronta a girare poi il business agli amici della Wasken: tanto il procuratore della prima è anche il presidente della seconda. A rompere le uova nel paniere è una funzionaria comunale, Caterina Uggè, che viene incaricata di stendere il bando di gara su misura, cerca di disobbedire, viene costretta, si ribella.

Alla fine, viene convocata dal sindaco, e ci va col registratore in tasca: e, incredibilmente, si trova davanti il sindaco che modifica il bando di gara insieme all'avvocato Marini, consigliere della Sporting, cioè della società destinata a vincere. Tramite il suo legale Uggetti si difende: «Ho sempre agito per il bene della città».

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