Voti via posta e fuorisede contro l'astensionismo. Ma resiste l'Election day

Le proposte della Commissione. Eppure per il referendum seggi aperti solo un giorno

Voti via posta e fuorisede contro l'astensionismo. Ma resiste l'Election day

Il governo vuole chiudere la stalla quando ormai i buoi sono scappati. I rimedi contro l'astensionismo elettorale, che dilaga in Italia, arrivano fuori tempo massimo. E soprattutto dopo che l'esecutivo non ha voluto, come chiedevano alcune forze politiche (Fi, Lega, Fdi, Azione), spalmare su due giorni (12 e 13 giugno prossimo) l'election day per Comunali e referendum. Con la mano sinistra, l'esecutivo restringe le occasioni di partecipazione e con la mano destra cerca soluzioni all'allergia al voto che sta raggiungendo picchi impressionanti.

Le proposte per invertire un trend negativo, costante dal 1948 ad oggi, sono contenute del libro bianco elaborato dalla Commissione «Per la partecipazione dei cittadini» istituita dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca, e presieduta dall'ex ministro Franco Bassanini. Nel dettaglio le soluzioni puntano a semplificare il voto agli elettori con l'election pass e l'election day, ipotizzano il voto anticipato presidiato negli uffici postali e il voto in un seggio diverso dal proprio. Tre mesi di lavoro per certificare l'allontanamento degli italiani dai seggi. «Questa iniziativa va ad analizzare il sintomo della malattia, rappresentata dalla non partecipazione alla vita pubblica, per capire come uscirne, perché l'astensionismo è il segno di un degrado e depauperamento della democrazia nel nostro paese», ha spiegato il ministro dei D'Incà. Missione del dossier è colpire l'astensionismo involontario, 8 milioni di italiani impossibilitati ad esercitare il diritto al voto per problemi di salute, logistici e di spostamento. «L'astensionismo involontario è quello su cui si può più incidere. Quello per protesta è legittimo, si può fare poco. Per quello legato all'indifferenza la risposta è delle forze politiche, dell'offerta politica. Quando parliamo di astensionismo involontario parliamo di almeno 8 milioni di persone, più del 15%, che voterebbero con un voto agevolato come accade in altri Paesi», ha evidenziato l'ex ministro Bassanini.

Si tratta di venire incontro a questi elettori. La proposta più incisiva resta l'election pass. Il modello è quello del green pass; l'idea è di procedere alla digitalizzazione della tessera e delle liste elettorali (election pass) e della concentrazione delle scadenze elettorali in due soli appuntamenti annuali (election day). L'election pass sarebbe un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee: potrà essere scaricato sul proprio cellulare o stampato e sarà verificato in tempo reale al seggio attraverso una apposita app. L'election pass potrebbe rendere facilmente praticabili nuove modalità di espressione del voto, in particolare il voto anticipato presidiato in strutture autorizzate o il voto presso un altro seggio nel giorno delle elezioni (all'interno della stessa circoscrizione/collegio).

«Siamo pronti ad accogliere i risultati del lavoro della commissione», annuncia Giuseppe Brescia (M5s), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera e relatore delle proposte di legge in materia elettorale. E si esprime in favore del «voto anticipato presidiato» Dario Parrini del Pd.

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