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Voto o inciucio, match truccato

Voto o inciucio, match truccato

Nuovo governo contro elezioni anticipate, la grande partita dell'estate che ha appassionato gli italiani, sempre smaniosi di dividersi in tifoserie. Poco importa se la crisi più bizzarra degli ultimi decenni sia esplosa in piena stagione vacanziera. Anzi, meglio: un bel bagno in mare, un'escursione al rifugio alpino a quota 2400 e poi un'occhiata alla smartphone per decifrare come geroglifici le puntualizzazioni di Marcucci o le valutazioni di D'Uva.

I social ribollono di passioni guelfe e ghibelline, alimentate dagli orfani smarriti di Salvini o dal rinato fronte democratico che scambia l'arraffare qualche poltrona governativa come una stagione di resurrezione antifascista. Appassiona di più il destino del governo Conte bis che l'esplosione del neointerista Lukaku o il futuro dello juventino Dybala. Il calcio c'è sempre, la crisi politica quando arriva arriva, guai a disinteressarsene pena l'esclusione dall'agorà virtuale su Facebook.

Tanti italiani hanno tifato con passione da ultrà per lo zero a zero tra M5s e Pd che avrebbe presto riportato l'Italia alle urne, con un esito sicuramente diverso dalla formula di sinistra-sinistra che sta sfornando una democrazia rappresentativa che non rappresenta l'effettivo sentimento di un'Italia che va più a destra. Cittadini e militanti schifati dall'inciucio tra democratici e grillini si sono battuti come leoni. Hanno rispolverato video imbarazzanti con reciproci insulti tra i due nuovi partner di maggioranza. Hanno rievocato vicende come Banca Etruria e Bibbiano per sottolineare l'incompatibilità genetica di due forze distanti su tutto. E qualcuno ha fatto leva proprio su queste differenze insormontabili per sperare nel triplice fischio di Mattarella per porre fine alla legislatura. Le speranze recondite si sono trasformate in un sussurro beneaugurante ma poco convinto: Zingaretti farà saltare tutto, Di Maio manderà tutto all'aria, la base grillina non potrà digerire un simile scempio. Bla bla bla.

La partita di Palazzo Chigi si chiude con l'esultanza di una minoranza che scampa a un probabile grande slam di Salvini alle urne, e con l'afflizione di una maggioranza ancora incredula.

Si consolino gli italiani delusi dal governo Conte-Zingaretti, c'è poco da fare quando si va allo stadio con il pop corn senza sapere che il match di cartello è stato truccato. Nessuno ha commesso reati, al massimo qualche protagonista ha giocato sporco. Ma dopo il precipitoso autoaffondamento di Salvini (episodio ancora oscuro sotto tanti aspetti), i supporter del voto anticipato devono sapere che non hanno mai avuto la chance di farcela. Non inganni l'ottovolante durante le trattative tra M5s e Pd, abili a dare l'idea di essere due forze pronte a ridare voce agli elettori senza timore di batoste. Non hanno pensato solo un istante a creare la legislatura più breve delle storia. L'esito dell'incontro era scritto da settimane: bisognava fermare Salvini dopo il 34% riscosso alle Europee del 26 maggio. Doveva finire così. Le risse in campo, i falli di reazione, i pali, le traverse sono state solo un diversivo per fare credere agli italiani che la sfida poteva chiudersi con qualsiasi risultato.

In effetti ne erano stati previsti tre: 1 non si vota, 2 torna la sinistra sconfitta alle urne, X i grillini restano al potere.

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