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Willy, la bella vita dei killer (con 33mila euro pubblici)

Vita da ricchi con il reddito di cittadinanza. Una settimana in barca a Palmarola, un week end al mare di Gaeta, una "puntata" a Positano. Così, tanto per rilassarsi in Costiera Amalfitana dopo due mesi di lockdown.

Willy, la bella vita dei killer (con 33mila euro pubblici)

Vita da ricchi con il reddito di cittadinanza. Una settimana in barca a Palmarola, un week end al mare di Gaeta, una «puntata» a Positano. Così, tanto per rilassarsi in Costiera Amalfitana dopo due mesi di lockdown. E poi moto di grossa cilindrata, Suv da 70mila euro (prezzo base per il Q7 dell'Audi), abiti e cappellini firmati, orologi d'oro.

«Macché oro, quel padellone al polso di Gabriele varrà si è no 200 euro» ribatte la mamma dei fratelli Bianchi. «Patacche» a parte, la vita sopra le righe dei fratelli Bianchi di Artena, assieme a quelle dei loro amici compagni di scazzottate, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, è parte integrante di una maxi inchiesta della Guardia di Finanza.

Per i baschi verdi la famiglia Bianchi, quella di Pincarelli e quella di Belleggia dovranno restituire ben 28.747 euro percepiti indebitamente sui 33mila euro di reddito di cittadinanza incassati dal 2019. Come è stato possibile? Falsificando le richieste del contributo, ovvero evitando di inserire tutte le informazioni patrimoniali sulla certificazione Isee. Hanno «omesso di indicare nelle autocertificazioni compilate dati dovuti, creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio» chiosano le Fiamme Gialle nella denuncia inviata all'Inps finalizzata al recupero delle somme erogate alle belve di Artena. Denaro percepito dai rispettivi capofamiglia, di fatto intascato dai figli «dichiarati» a carico. Quattro nel caso della famiglia Bianchi. Una piccola impresa di pozzi artesiani il padre, lavori saltuari Gabriele e Marco, un bistrot il fratello Alessandro che vive con la moglie dai genitori in una villetta alle porte di Artena, in cerca di un'occupazione l'altro fratello. È intestato alla moglie di Alessandro, Isa Zitelli, il Suv Audi nero che, di fatto, usavano i due arrestati. Un'enoteca e un negozio di alimentari a Lariano, una frutteria a Cori, aperta da Gabriele sfidando la crisi provocata dal Covid, lezioni di arti marziali a Lariano per Marco, campione di MMA, mai dichiarate al fisco. Insomma, tutti elementi adesso al vaglio degli inquirenti. L'accusa è quella di aver violato la legge targata 5S sul reddito di cittadinanza. Manco a dirlo, sui beneficiari nemmeno l'ombra di un navigator che li avrebbe dovuti «inserire» nel mondo del lavoro. Studi interrotti a metà, lavoretti saltuari, poi il «salto» quando la banda di Artena semina il terrore in tutta la Ciociaria.

La loro attività principale? Picchiatori di professione, impegnati secondo alcuni nel recupero crediti. Intanto proseguono le indagini per chiarire l'esatta dinamica del pestaggio che ha provocato la morte di Willy Monteiro Duarte. Un ragazzo buono, un gran lavoratore e soprattutto un amico pronto a difendere chi si trovava in difficoltà, Willy.

Chi è il quinto uomo che ha infierito a calci e pugni sul ragazzo incosciente a terra? È Vittorio Edoardo Tondinelli, rimasto sul Suv durante il raid oppure uno dei due passeggeri durante la fuga a omicidio avvenuto? Omar Sahbani e Michele Cerquozzi sarebbero indagati comunque per omissione di soccorso. Ci sono poi due «supertestimoni» in attesa di essere ascoltati in Procura. La richiesta, degli avvocati Mario e Massimiliano Pica, attende risposta.

Racconteranno anche loro, come Belleggia, che i Bianchi hanno colpito Willy solo per sbatterlo a terra e poi si sono allontanati senza sfiorarlo con un dito? «Quando ho visto Willy cadere mi sono allontanato e anche i Bianchi», spiega al pm.

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