Coronavirus

Zaia corregge il tiro: "La frase sui cinesi mi è uscita male"

Il governatore del Veneto precisa: "Chiedo scusa se qualcuno si è sentito offeso, ma intendevo fare una riflessione più compiuta"

Zaia corregge il tiro: "La frase sui cinesi mi è uscita male"

"La Cina ha pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto perché li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi". Le parole di Luca Zaia hanno scatenato l'ira da parte degli avversari politici. Nel corso dell'intervista rilasciata alla televisione Antenna Tre-Nord Est, il governatore del Veneto ha parlato degli alti standard di igiene e delle regole alimentari che gli italiani rispettano che hanno permesso di contenere l'epidemia di Coronavirus: "La mentalità che ha il nostro popolo a livello di igiene è quella di farsi la doccia, di lavarsi spesso le mani. L’alimentazione, il frigorifero, le scadenze degli alimenti sono un fatto culturale".

Ora però il leghista, dopo essere finito nel mirino degli oppositori, ha provato a giustificarsi: "È tutto il giorno che vengo massacrato per quel video. Nella migliore delle ipotesi sono stato frainteso, nella peggiore strumentalizzato". Perciò ha ammesso: "Quella frase mi è uscita male, d’accordo. Se qualcuno si sente offeso, mi scuso". Non era sua intenzione "fare il qualunquista e tanto meno generalizzare", ma il suo intento era quello di "fare una riflessione più compiuta". In realtà voleva fare luce sulle "fake news e dei video che hanno girato prima che l’epidemia arrivasse da noi". Il video è diventato subito virale, ed è un fattore molto triste: "L’informazione in tempo reale, vera o falsa che sia, coinvolge tutti noi, condiziona le nostre scelte e i nostri comportamenti. Dobbiamo abituarci a creare modelli diversi di approccio, anche comunicativo".

"Chiedo scusa"

Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Zaia ha colto l'occasione per chiede scusa "se qualcuno si sente offeso". Due mesi fa aveva parlato di isolamento fiduciario non dalla Cina, ma dalle zone infette, ricevendo diverse critiche e dure accuse di discriminazione: "In questo Paese sembra che ogni limitazione della libertà personale sia un atto di razzismo". Ora lui deve guardare la strada e preoccuparsi di tutto, senza sottovalutare alcun particolare: anche per questo ha ribadito la necessità di chiarire "ogni aspetto con i tecnici del governo", in quanto non si può "andare avanti in ordine sparso".

In tutto ciò l'economia piange, con le imprese travolte dall'emergenza sanitaria e mediatica: l'esecutivo deve perciò "intervenire mettendo in campo un budget da centinaia di milioni per una campagna di riposizionamento della reputazione del nostro Paese".

Considerando soprattutto il "danno di immagine mostruoso" e la "concorrenza mondiale che è pronta a mangiarci".

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