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Zan, la finta "urgenza" della sinistra

Il Pd si sgolò: "Subito la legge". Ma ha scelto di congelare l'anti omofobia per calcolo

Zan, la finta "urgenza" della sinistra

Fino a un mese fa la legge contro l'omotransfobia sembrava la priorità nell'agenda politica del Pd: «Su questo andremo avanti, punto tuonava a luglio il segretario del Pd Enrico Letta - chi ci vuole attrarre in un pantano di negoziazioni vuole solo far saltare una legge necessaria ed urgente». Lo slogan «ddl Zan subito» veniva ripetuto a spron battuto dalla propaganda Pd e da esponenti di sinistra di vario genere. Oggi è già finita la tarantella. E così di ddl Zan non si parlerà più fino a ottobre inoltrato, dopo il secondo turno delle amministrative. Almeno. Decisione del Pd per calcolo politico. Ma ricordate quando quelli di sinistra ne invocavano l'assoluta urgenza legandolo ai fatti di cronaca? Noi sì.

Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda di Reggio Emilia, parlando dell'omicidio di Paolo Eletti il 15 luglio scorso, che si riconosceva in una diversa identità di genere e praticava il crossdressing, cioè si travestiva nel sesso opposto, disse che «il caso Eletti dimostra perché è urgente approvare il ddl Zan». E proprio lo stesso giorno Laura Garavini, senatrice eletta col Pd, poi passata ad Italia Viva, aveva tenuto un lungo discorso in aula per dire che anche a seguito di quei fatti il ddl era «urgente e necessario». Mentre la deputata dem Laura Boldrini, accusava il partito di Matteo Renzi di incoerenza per i 4 emendamenti presentati.

In Italia gli episodi di violenza e discriminazione a danno della comunità lesbo e gay sono all'ordine del giorno e fino a qualche mese fa quelli di sinistra si sgolavano per dire di fare presto.

L'aggressione a una coppia gay a Palermo il 29 maggio riaccese la polemica sull'omotransfobia e sulla necessità di approvare immediatamente il disegno di legge Zan. Esponenti del Pd, del M5s e d'Italia viva chiedono di dare il via libera alla norma in tempi brevi. Leoluca Orlando, sindaco del capoluogo siciliano, disse che quell'episodio «ribadisce l'importanza e l'urgenza dell'approvazione del ddl Zan. La politica non può più perdere tempo». Un'istanza alla quale si univa anche la senatrice del Pd Monica Cirinnà: «L'approvazione del ddl Zan non è più rinviabile». La stessa che oggi definisce «saggia» la decisione raggiunta in Senato di far slittare a dopo le elezioni amministrative il ddl Zan. La coerenza, prima di tutto, verrebbe da dire alla Cirinnà che solo prima dell'estate invocava l'urgenza del provvedimento: «Urgente fare una buona legge senza equivoci» mentre infuocava il dibattito sul ddl. E ancora: «Approvare in fretta il ddl Zan, spiace Ostellari relatore», «Votiamo per ddl Zan in aula il 13 luglio, se lo modifichiamo lo condanniamo a morte sicura», scriveva durante l'estate. La stessa Cirinnà che insultava su twitter i militanti di Iv, salvo poi far sparire il post, magicamente ricomparso tale e quale, con un altro nome. Profilo fake? Giallo.

Il deputato dem Emanuele Fiano, commentando l'episodio di Palermo, si chiese: «Abbiamo bisogno ancora di molta violenza odiosa per decidere di approvare il ddl Zan?». Il senatore di LeU Francesco Laforgia e componente dell'ufficio di presidenza di Palazzo Madama dichiarò: «Questo ennesimo episodio ci dice dell'urgenza di approvare una legge contro i crimini d'odio». Il 10 aprile scorso l'assessora regionale toscana alle pari opportunità Alessandra Nardini (Pd) commentando la vicenda di Malika, ragazza di Castelfiorentino cacciata dalla famiglia perché omosessuale, promosse un appello a sostegno del ddl Zan in cui auspicava una rapida e definitiva approvazione in Senato.

Il 31 marzo scorso Fedez pubblicò l'ennesimo video solo per dire al senatore Pillon «che il ddl Zan è una priorità e non si parla di uteri in affitto come lui sostiene».

Ora chi dirà al signor Federico Lucia che il Pd ha deciso di rinviare tutto? Non gli resta che candidarsi 0visto che la politica lo sta già chiamando.

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