Guerra in Ucraina

Zaporizhzhia, la "vendetta" del Cremlino. La centrale resta senza energia elettrica

Bombardamento russo, l'impianto alimentato con un generatore a gasolio. Ha un'autonomia residua di soli 10 giorni: "Fate presto"

Zaporizhzhia, la "vendetta" del Cremlino. La centrale resta senza energia elettrica

Putin «la volpe» si sta convincendo che il Sud dell'Ucraina sia come un grappolo d'uva acerbo, ma è solo una rivisitazione della favola di Esopo. Non riuscendo a conquistarlo, neppure dopo il referendum farsa, sta cercando di gettarlo nell'oscurità, ordinando di scollegare la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Con il sito fuori gioco, Mykolaiv, Odessa e altre località del Sud potrebbero rimanere senza corrente in vista dell'inverno. Nuovi bombardamenti russi, avvenuti nella notte tra venerdì e sabato, hanno infatti danneggiato l'ultima linea di comunicazione con il sistema di alimentazione a 750kV, lasciando anche il reattore 6 privo di energia elettrica. Il sindaco di Energodar, Dmytro Orlov, parla di situazione complicata: «I generatori diesel di emergenza si accendono automaticamente e le forniture disponibili di gasolio per il loro lavoro in questa modalità saranno sufficienti al massimo per dieci giorni. È necessario riparare e ripristinare il funzionamento delle linee, prima che sia troppo tardi». I generatori diesel (in tutto 20) forniscono all'impianto l'elettricità necessaria per il raffreddamento dei reattori. Resta il dubbio se l'autonomia di 10 giorni posa essere sufficiente per mettere in sicurezza il sito. Sulla vicenda l'Onu ha rinnovato la richiesta di una zona di protezione attorno alla centrale, mentre Rafael Grossi, capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), ha accusato Mosca di aver compiuto «un atto tremendamente irresponsabile». Rimanendo a Zaporizhzhia, è salito a 19 il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico russo di giovedì mattina contro edifici residenziali. Finora le persone tratte in salvo dalle macerie sono 21, delle quali 12 ricoverate in ospedale.

Il ritmo della controffensiva ucraina fa sperare i governi occidentali e gli esperti militari che la guerra possa finire prima di Natale. Lo ha confidato al Times una fonte di alto rango dell'MI6 britannico. «Se i progressi di Kiev continueranno, le forze di Putin saranno espulse dal Donbass e torneranno in Russia entro la fine del 2022». Il Cremlino prova nel frattempo l'ennesimo cambio della linea di comando, affidando le operazioni al generale di corpo d'armata Sergey Surovikin. Al di là delle previsioni degli 007, e dei ribaltoni ai vertici, si combatte, e la 227esima giornata sul campo è stata cruenta. Kharkiv è in questo momento sotto assedio. La città viene bombardata di continuo con lancio di missili nelle aree residenziali che hanno provocato numerosi incendi. I russi avrebbero colpito anche una struttura sanitaria.

Nella medesima regione, i soldati di Mosca hanno respinto gli attacchi nell'area di Kupyansk, uccidendo oltre 220 combattenti. A Lysychansk (Lugansk) gli invasori hanno «sequestrato» un ospedale pediatrico per ricoverare alcuni soldati feriti. Mosca fa sapere che le forze armate ucraine avrebbero sparato sei razzi Himars sulla cittadina di Ilovaisk, nel Donetsk. I razzi sono stati lanciati dall'area di Umanskoye, colpendo un deposito di carburante. Poco distante, a Kurakhovo, un blitz russo ha provocato la morte di 3 persone. Nel corso della giornata, le unità di Kiev hanno respinto, sempre nel Donetsk, gli attacchi nelle aree di Bakhmut, Avdiyiv e Lyman, mentre una potente esplosione ha investito la stazione ferroviaria di Karan, a 50 km da Mariupol. Al momento non vengono segnalate vittime. Nel villaggio di Shevchenkivka (Kherson), gli invasori sono stati annientati e in serata issato il drappo gialloblù.

Sui social di Kiev, nel frattempo, sono apparse immagini inquietanti: si vedono camion adibiti alla conservazione del cibo zeppi di cadaveri di soldati russi.

I mezzi trasportano i corpi dal Kherson a Melitopol, forse per essere cremati.

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