Guerra in Ucraina

Zelensky: "Putin è debole". Lo Zar schiera i super missili

Il leader ucraino: "Nasconde i problemi con il terrore, con lui è impossibile il dialogo". Mosca: Sarmat pronti

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Cambia negli equilibri e nella forma, ma non si ferma. Anzi, in qualche modo questa guerra sembra accrescere il suo potenziale distruttivo, sia sul campo che a parole. Ieri, ospite del forum di Cernobbio, è tornato a parlare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, oltre a ringraziare il nostro Paese per l'aiuto, ha lanciato un monito che fa capire come ogni proposito di dialogo sia più che altro un sogno, al momento irrealizzabile. «È praticamente impossibile andare a negoziare con Putin perché non riesce a mantenere le sue stesse parole e promesse. Non possiamo fidarci di Putin, la sua parola non vale nulla».

Opinione forte, che collima però con quella della stragrande maggioranza della comunità internazionale che considera Putin interlocutore non credibile. Non a caso ieri, in occasione dell'avvio dell'anno scolastico, lo Zar ha detto che «la Russia è invincibile. Eravamo assolutamente invincibili e tali siamo adesso». Così invincibile, che da settembre in alcune università di Mosca verrà introdotto un corso sulle basi dell'addestramento militare. Dal montare e smontare armi al preparare bombe e leggere mappe. Viatico perfetto per un Paese di fatto militarizzato. Senza dimenticare che, a proposito di scuole, dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, secondo i dati delle nazioni unite gli attacchi russi hanno distrutto 1.300 scuole. E proprio ieri la polizia ucraina ha lanciato un allarme bomba per le scuole superiori di Kiev ha seguito dell'informazione «che tutte le scuole secondarie a Kiev sono state minate». Addirittura a Kharkiv, per paura dei bombardamenti, alcune scuole sono state allestite all'interno delle stazioni delle metropolitane usate come rifugi. «La Russia bombarda le nostre case e crea caos, questo non dimostra forza, nasconde solo la debolezza», ha glissato Zelensky. Nel momento in cui Mosca annuncia di aver reso operativo il nuovo missile balistico Sarmat, capace di colpire qualunque obiettivo in tutto il mondo. Yuri Borisov, capo dell'agenzia spaziale Roscomos, ha confermato che «è pronto per il combattimento». Si tratta di un missile che ha un raggio d'azione di ben 18mila chilometri ed è in grado di trasportare dieci o più testate nucleari.

Sul campo, l'avanzata ucraina prosegue con profitto al punto che da Washington il portavoce del Consiglio di sicurezza John Kirby ha parlato di «notevoli successi». Le forze armate ucraine procedono spedite nella regione di Zaporizhzhia dove hanno sfondate le prime linee russe e si stanno avvicinando alle trincee di Mosca sul fronte meridionale. Dopo la strategica conquista di Robotyne, avanzamenti segnalati verso Novodanylivka e Novoprokopivka, nonostante i russi abbiano minato gran parte del territorio piazzando anche ostacoli anticarro. Resta caldissimo il fronte Crimea. Secondo l'intelligence britannica, i russi hanno creato una barriera sottomarina di navi sommerse per scoraggiare gli attacchi al ponte di Crimea, considerato fondamentale per «il supporto logistico militare alle forze russe nelle aree occupate degli oblast di Kherson e Zaporizhzhia», oltre a rivestire un'importanza simbolica enorme. Secondo Mosca, nei giorni scorsi la flotta russa del Mar Nero avrebbe bloccato i tentativi delle forze speciali ucraine di sbarcare sulla costa. «Senza la Crimea e senza il Donbass, non ci potrà essere una pace sostenibile in Ucraina. L'Ucraina non riconosce la parte di Crimea che appartiene alla Federazione Russa, la situazione non è sostenibile e ci sarà un caos permanente, è questo che cerca la Russia», ha ribadito Zelensky, sottolineando però, ancora una volta, che la questione «può essere risolta in modo diplomatico o militare con le truppe russe dovrebbero lasciare la penisola senza ulteriori pressioni», ha detto, lasciando uno spiraglio per un possibile dialogo, che resta però complicatissimo e tutto nelle mani di Putin. Chissà che una forzatura alle pretese russe non possa arrivare da Erdogan che, al di là degli interessi personali, continua a cercare una legittimazione come negoziatore. Il Sultano incontrerà Putin a Sochi dopodomani 4 settembre e inizierà con l'opera di persuasione verso il dialogo.

Chissà.

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