Guerra in Ucraina

Zelensky ringrazia le armi Usa. Mosca senza uomini al bivio: tenere Kherson o il Donbass

È stabilizzazione la nuova parola d'ordine di Zelensky, che ieri ha ricevuto una telefonata di sostegno e solidarietà dal premier italiano Draghi

Zelensky ringrazia le armi Usa. Mosca senza uomini al bivio: tenere Kherson o il Donbass

È stabilizzazione la nuova parola d'ordine di Zelensky, che ieri ha ricevuto una telefonata di sostegno e solidarietà dal premier italiano Draghi. Il presidente ucraino l'ha utilizzata più volte nel corso del suo report sulla situazione in corso. Una stabilizzazione di natura militare, resa possibile dal massiccio arrivo di armi e apparecchiature occidentali che hanno reso possibile quasi una sfida alla pari con l'orso di Mosca. In effetti il conflitto è in fase di stallo: la Russia cerca di mettere le mani sull'ultima porzione di Donbass, ma l'esercito ucraino resiste, e in alcuni casi riesce a far arretrare gli invasori. Uno scenario che si può estendere anche al Sud dell'Ucraina, altro territorio particolarmente ambito da Putin: Odessa non cade e Mariupol, che doveva essere la testa di ponte per la conquista della fascia marittima, non ha garantito al Cremlino la nascita di una corsia preferenziale per poter dare scacco matto a Kiev. Dagli Stati Uniti, intanto, per bocca del portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, arriva la notizia che la Russia intende annettere altro territorio ucraino. Mentre gli Usa stanno preparando un nuovo pacchetto di aiuti, che comprende sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità, oltre a nuove sanzioni.

In un post su Telegram, il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, ha ribadito le parole di Zelensky, parlando di una situazione sul campo di battaglia «quasi alla pari. Un fattore importante che ha contribuito al mantenimento delle linee e delle posizioni difensive è stato l'arrivo dei sistemi missilistici M142 Himars, che prendono di mira i punti di controllo nemici, le munizioni e i depositi di stoccaggio del carburante». Che Mosca sia in affanno lo sostiene anche il servizio d'intelligence britannico. In una nota l'MI6 ritiene che la Russia sia alle prese con una carenza di soldati. «I comandanti devono risolvere un dilemma: schierare le riserve nel Donbass o parare i contrattacchi ucraini nel settore sud-occidentale di Kherson». L'obiettivo politico immediato è quello di conquistare l'intera regione del Donetsk, ma il ritmo operativo e la velocità di avanzamento saranno molto lenti senza una significativa pausa operativa per la riorganizzazione e il rifornimento. Un'altra tegola per Mosca è rappresentata dagli ammutinamenti. Trecento soldati dislocati nel Donetsk hanno fatto ritorno alla loro base a Buynaksk, nel Daghestan. Alcuni di loro hanno lasciato l'esercito, mentre altri, sotto pressione di familiari e autorità locali, sono tornati a casa. Tra fasi di stallo, speranze ucraine e disertori, il 146esimo giorno di combattimenti è stato molto cruento. Gli invasori hanno attaccato con particolare ferocia Kramatorsk (Donetsk). I missili hanno colpito prima alcune fabbriche della periferia, ma un ordigno è stato esploso anche all'indirizzo del centro della città. Almeno un civile è stato ucciso, e i soccorritori stanno ancora scavando sotto le macerie. Anche a Sloviansk si è scatenato l'inferno. Lo riferisce il sindaco Vadym Liakh, spiegando che l'area residenziale è stata danneggiata e che «mancano all'appello diverse persone». Almeno 40 razzi hanno investito Nikopol, dove sono state distrutte due fabbriche. Nel Sud i russi hanno lanciato un attacco missilistico nella zona di Odessa, causando il ferimento di una decina di persone, e distruggendo un deposito di armi provenienti da Europa e Usa.

Nel frattempo il bombardamento ucraino della centrale idroelettrica di Kakhovka (a Nord Ovest di Kherson), controllata dalla Russia, potrebbe portare alla completa chiusura della navigazione sul fiume Dnipro, la più grande via d'acqua del Paese.

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