Coronavirus

Zero morti a Londra. Così il Regno Unito torna alla libertà (mentre l'Ue chiude)

In Gran Bretagna superati i 30 milioni di vaccinati. Nella capitale nessun decesso: non accadeva da 6 mesi. Riaprono parchi e piscine, poi toccherà ai pub. Francia, Germania e Italia pronte alla nuova stretta

Zero morti a Londra. Così il Regno Unito torna alla libertà (mentre l'Ue chiude)

L'Europa arranca sotto il giogo dei lockdown. Le misure restrittive sono ormai generalizzate in tutto il Vecchio Continente per colpa della terza ondata di Covid, che ha raggiunto il picco, e per la scarsa disponibilità finora di vaccini. C'è un'unica eccezione: la Gran Bretagna. I contagi sono in discesa e Londra, per la prima volta in sei mesi, non ha registrato vittime del coronavirus. E pensare che solo un anno fa nella capitale britannica morivano circa 230 persone al giorno. Anche in Scozia non ci sono più vittime da tre giorni. Insomma, è tutto cambiato. Merito del vaccino che oggi permette al governo di Boris Johnson di dare il via alle prime riaperture e programmare le tappe per il ritorno alla normalità. D'altronde, nel Regno Unito sono già stati vaccinati oltre 30 milioni di cittadini e i britannici hanno subito approfittato della nuova libertà battezzando la giornata di ieri «Happy Monday». Oltre a esser estate revocate le restrizioni agli spostamenti, i sudditi di Sua Maestà da ieri possono riprendere tutte le attività sportive, anche di squadra, e riprendono a funzionare anche gli impianti all'aperto e le piscine. Riaprono i ristoranti, che possono ospitare commensali all'esterno dei locali e presto anche i pub. Non solo. Ci si potrà anche assembrare in parchi e giardini, ma al massimo in sei persone. Il premier Johnson ha però avvisato: «Procediamo con cautela» e ha invitato la popolazione a non smettere di rispettare le misure sanitarie.

A prescindere dalla polemica sull'export dei vaccini AstraZeneca, con un lungo braccio di ferro tra Londra e Unione europea, bisogna ammettere che la Gran Bretagna è molto avanti rispetto al resto d'Europa. Se guardiamo a casa nostra, ad esempio, per raggiungere la quota di vaccinati che ha oggi il Regno Unito servirà forse un mese e mezzo, ammesso che arrivino le dosi e che si possano eseguire 500mila somministrazioni al giorno. Nessuno ancora lo dice apertamente, ma le misure restrittive sono destinate a durare fino a maggio, se tutto va bene. Aspettiamo l'annuncio.

Sull'altra sponda della Manica, invece, continuano le note dolenti. La Francia, visti i tragici numeri del contagio, si è data 48 ore per decidere se adottare misure ancor più restrittive. Se domani i dati non saranno catastrofici allora il presidente Emmanuel Macron cercherà di non chiudere le scuole e di non tornare al confinamento. Ma se le misure fin qui adottate non dovessero dare i risultati sperati, allora l'unica strada sarebbe una drammatica serrata.

Non se la passa meglio la Germania che, anche se non ha tragici numeri sul contagio, è il Paese europeo che ha messo in atto il lockdown più lungo fino a oggi. Berlino aveva infatti predisposto le grandi chiusure prima di Natale e le misure non state mai allentate. E sono proprio le azioni decise dalla cancelliera Angela Merkel che in questi giorni hanno fatto esplodere un generalizzato malumore. I Laender (le Regioni tedesche) infatti non solo premono per le prime riaperture ma, come accade anche in Italia, vanno in ordine sparso. Merkel ieri ha detto basta. «Non si può continuare in questo modo», ha detto la cancelliera tedesca, accusando i governatori di sottovalutare la pandemia e di «illudersi che si possa negoziare con questo virus. Dobbiamo mettere in pratica le misure necessarie adesso e con grande serietà. Alcuni Laender lo fanno, altri no».

Un vero e proprio ultimatum: se non rispetteranno le decisioni di Berlino, il governo federale potrebbe avocare a sé la gestione esclusiva delle misure anti pandemia.

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