New York Nuova grana per Mark Zuckerberg. Dopo le discussioni sulla regolamentazione di internet, che sono state al centro della sua visita a Washington il mese scorso, è un audio diffuso da The Verge a creare grattacapi al fondatore di Facebook. La registrazione di quasi due ore risale al luglio scorso - lo stesso mese in cui ha accettato di pagare una sanzione senza precedenti da cinque miliardi di dollari in un accordo con la Federal Trade Commission per il trattamento dei dati personali degli utenti - e nelle conversazioni con i dipendenti, Zuckerberg attacca frontalmente la candidata alle primarie dem di Usa 2020 Elizabeth Warren. Non risparmia critiche neanche ai rivali dei social, ma le affermazioni più forti sono rivolte alla senatrice progressista del Massachusetts per la sua proposta di «spezzettare» le grandi società tecnologiche, un piano che definisce «fastidioso». «Se sarà eletta, scommetto che avremo una battaglia legale e che vinceremo - dice Zuckerberg - Non voglio avere nessuna azione legale con il nostro governo, ma se qualcuno minaccia allora si combatte e si sale sul ring».
A suo parere, lo smembramento delle Big dell'hi-tech, che «sia Facebook o Google o Amazon, non risolverà i problemi». E «non renderà le interferenze sulle elezioni meno probabili, anzi le renderà più probabili, perché le aziende non potranno coordinarsi e lavorare insieme». Quindi riserva una battuta anche a Twitter che, in termini di sicurezza, non può fare quanto la società di Menlo Park. «Non può fare un buon lavoro come noi - spiega -. Hanno lo stesso tipo di problemi ma non possono investire. I nostri investimenti in sicurezza sono superiori agli interi ricavi» di Twitter. Le parole di Zuckerberg hanno provocato l'immediata reazione della Warren. «Fastidioso sarebbe se non aggiustassimo un sistema corrotto che consente a giganti come Facebook di portare avanti pratiche illegali e anti-concorrenziali, calpestare i diritti sulla privacy dei consumatori, senza tenere conto delle loro responsabilità di tutelare la nostra democrazia», tuona su Twitter la candidata dem, che negli ultimi giorni è in ascesa nei sondaggi e nell'ultima proiezione di Quinnipiac University ha addirittura sorpassato l'ex vice presidente Joe Biden con il 27% delle preferenze degli elettori dell'Asinello contro il 25%.
«Non ho paura di ritenere responsabili Big del settore tecnologico come Facebook, Google e Amazon», ribadisce, rimandando al suo sito dove si afferma che «è il momento di separare tali società». «Le più grandi aziende tecnologiche americane stanno controllando sempre di più le nostre vite digitali - prosegue - soffocando la competizione nel settore». Intanto, però, Zuckerberg riceve notizie rassicuranti dai dati sull'uso di Facebook.
Secondo il Pew Research Center non ci sono state sostanziali variazioni nei primi mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: a utilizzare il social sono il 69% degli americani, percentuale inferiore solo al 73% di YouTube. E la proiezione mostra che anche nella fascia d'età 18-24 anni mantiene il secondo posto dopo YouTube con il 76% contro il 90%, pur perdendo qualche punto rispetto ai dati del 2018.
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