Il politico con i tagliandi nega tutto

Il politico con i tagliandi nega tutto

Il «politico» della Regione non esce. Tutti i possibili interessati negano di avere un tagliando per disabili e tantomeno di averlo usato per posteggiare a Sestri Levante due auto contemporaneamente (cioè esponendo un tagliando originale e uno duplicato). Il Giornale, che ha sollevato la questione pubblicando le foto scattate contemporaneamente a due auto (un’utilitaria azzurra e un Suv nero), dispone di tutta una serie di immagini che testimoniano come l’operazione sia avvenuta in più di una circostanza, in giorni diversi. Fino a questo momento non ha fatto il nome del politico che sarebbe «accusato» dalle foto di questo inspiegabile utilizzo del doppio tagliando. Oggi però pubblica una foto in più, rispetto alle prime due. Una foto nella quale si vede il modello dell’auto nera di cui si vede parte del numero di targa. Le fotografie, quella «nuova» e le due già pubblicate, sono scattate in rapida successione, e più precisamente, come si ricava dalle proprietà immodificabili dell’immagine digitale: la prima, quella del primo piano dell’utilitaria azzurra, è delle ore 13,16 e 46 secondi; la seconda, quella del Suv nero a campo largo, è delle 13.17 e 38 secondi; la terza, quella del primo piano del tagliando sul Suv nero è delle 13.17.56 secondi. Tre scatti in un minuto e 10 secondi per dimostrare l’utilizzo contemporaneo su due aree di sosta diverse e con due auto diverse della stessa autorizzazione numero 385.
I consiglieri regionali sono in subbuglio perché non ritengono di dover essere «accusati» implicitamente tutti solo perché l’utilizzatore del tagliando preferisce non alzare la mano. Tantopiù che, visto che non è ipotizzata la commissione di reati, si tratterebbe solo di dare una spiegazione all’accaduto. Dopo la presentazione di un’interrogazione e di una richiesta di indagine al presidente del consiglio regionale, Gianni Plinio non si ferma. E, visto che il tagliando per disabili è stato rilasciato a Sestri Levante, scrive al sindaco Andrea Lavarello per chiedere, in via riservata e anche senza farne i nomi per tutela della privacy, se effettivamente quell’autorizzazione sia stata concessa a un consigliere regionale o a un suo parente.

A Sestri Levante, il consigliere comunale Giancarlo Stagnaro rivolge la stessa richiesta al sindaco, invitando però l’assessore interessato a non usare l’arma della privacy come paravento. «Il danno d’immagine per l’intera classe politica sarebbe troppo grave e la gente è indignata», incalza Stagnaro.

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