I «bassi» non dovrebbero esserci più, a Genova, da almeno un anno, come promesso dallamministrazione comunale che aveva lanciato a suo tempo la crociata-campagna contro i locali affittati da prostitute o di loro proprietà, e adibiti ad alcova. Ma come ha mostrato un recente servizio del Giornale, i «bassi» non solo ci sono, ma se occorre sono anche «cresciuti» di numero, e altrettanto hanno fatto le prostitute, tanto da convincere Palazzo Tursi a destinare addirittura un nucleo di agenti di polizia municipale a una «speciale attività di ascolto che possa recepire le lamentele delle operatrici di strada (definite sentinelle del territorio) e intervenire su loro segnalazioni anche per problemi che riguardano lo svolgimento della loro attività professionale». Ieri, però, le cose non sono andate proprio come auspica lamministrazione di via Garibaldi: la questura riferisce, in perfetto questurese, che «personale del commissariato di pubblica sicurezza Centro, in ausilio a personale della sezione Ambiente e Territorio della polizia municipale, ha effettuato un servizio di controllo di alcuni bassi del centro storico, finalizzato al contrasto della prostituzione. Una donna italiana del 1959, proprietaria di un magazzino sito in piazzetta Orti Bianchi - prosegue in dettaglio la nota informativa della questura - veniva sorpresa mentre si prostituiva allinterno dello stesso.
Poiché la donna era stata trovata in passato a svolgere il meretricio negli stessi locali e contestualmente diffidata dallutilizzo del magazzino per tale attività, veniva denunciata per inosservanza dei provvedimenti dellAutorità e veniva richiesto allAutorità giudiziaria il sequestro preventivo del locale». Purché il Comune sia avvertito che verrà a mancare una «sentinella».La polizia chiude i «bassi» che Tursi giurava di eliminare
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