La polizia di Malta spegne le contestazioni, la folla abbraccia il Papa

Il viaggio del Pontefice. Smentiti i timori della vigilia, tolti i cartelli offensivi con foto di Benedetto XVI. La gente canta per lui "Happy birthday". Durante il volo le scuse di Ratzinger: "La Chiesa ferita dai nostri peccati"

La polizia di Malta spegne le contestazioni, 
la folla abbraccia il Papa

nostro inviato a Malta

Le antiche fortificazioni di Malta «parlano» delle lotte combattute per difendere la cristianità, ma oggi l’isola deve continuare a combattere in modo diverso, per difendere l’identità, il matrimonio indissolubile, la vera natura della famiglia, la sacralità della vita in un’Europa che rischia di smarrire i suoi valori. È il primo messaggio che Papa Benedetto rivolge ai maltesi nel discorso pronunciato all’aeroporto, di fronte al presidente George Abela, che lo accoglie citando Marcello Pera e la «guerra» in corso fra «laicismo e cristianesimo».
«Le fortificazioni che risaltano in maniera così prominente nell’architettura dell’isola – ha detto Ratzinger – parlano di lotte precedenti, quando Malta contribuì moltissimo alla difesa della cristianità sia per terra che per mare. Voi – ha aggiunto – continuate a giocare un valido ruolo nei dibattiti odierni sull’identità, la cultura e le politiche europee». Benedetto XVI riconosce al governo maltese anche «l’impegno nei progetti umanitari ad ampio raggio, specialmente in Africa». E suggerisce: «La vostra nazione dovrebbe continuare a difendere l’indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale». Questa è per il Papa la grande sfida dell’oggi in Europa, che con queste parole indirettamente ricorda come a Malta non sia permesso l’aborto.
L’accoglienza è calorosissima. I maltesi si sono riversati nelle strade per salutare l’ospite, che al momento in cui si è affacciato dal palazzo del Gran Maestro, sede della presidenza, è stato salutato da migliaia di bambini e ragazzi che gli hanno cantato «Happy birthday» per il compleanno di venerdì. Nel corso delle prime ore di permanenza sull’isola sono stati dunque smentiti i timori della vigilia: i cartelli con le foto del Pontefice imbrattati con caricature e scritte sono stati levati, la polizia ha tenuto sotto controllo coloro che nei social network avevano scritto messaggi violenti o dissacranti contro la visita papale, ed è stato rimosso il contestato grande monumento a forma di fallo variopinto che si trovava da quattro anni all’entrata di Luqua, nei pressi dell’aeroporto. Benedetto XVI ha anche invitato l’isola a «servire da ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni». E fin dal saluto ai giornalisti sull’aereo, ha parlato dell’immigrazione, invitando all’accoglienza ma anche all’obiettivo di aiutare gli immigrati nei loro rispettivi Paesi. «Malta è il punto dove le correnti dei profughi arrivano dall’Africa e bussano alle porte dell’Europa. E questo è un grande problema del nostro tempo e non può essere risolto dall’isola di Malta, ma tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano nella propria terra vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile affinché questi profughi dove arrivano trovino una spazio di vita dignitosa».


Dopo il bagno di folla a Valletta, Ratzinger si è spostato a Rabat, e ha sostato in preghiera nella grotta venerata fin dai primi secoli come il luogo in cui dimorò San Paolo nei tre mesi che trascorse nell’isola dov’era naufragato mentre veniva condotto prigioniero a Roma. Anche qui, incontrando un gruppo di 250 missionari, ha ribadito la necessità di testimoniare le «verità morali fondamentali» oggi minacciate.

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